Foggia: a San Severo “Campo dei Miracoli”
“Se i bambini imparano a collaborare e ad aiutarsi tra loro, questo consente loro in futuro di essere protagonisti in positivo del nostro paese. Rispettatevi e aiutatevi perché se questo si afferma nella società, si afferma tra gli stati nel mondo il rispetto, la fiducia e la collaborazione…” ( Sergio Mattarella)
E’ con queste parole che il presidente della Repubblica si è presentato al cospetto dei presenti all’inaugurazione del campo di calcio sociale di Corviale. Uno dei quartieri più degradati di Roma e laddove insiste uno degli edifici più lunghi d’Italia meglio conosciuto con lo pseudonimo de “il serpentone”.
La progettualità sociologica di Massimo Vallati ha trovato quindi il massimo dei consensi anche da parte del rappresentante primo della nazione. Ma chi c’è dietro la realizzazione di questo importantissimo complesso sociale?
Chi è stato capace di rendere, dal punto di vista non solo logistico, positivamente metamorfico l’indole di chi nel passato ha vissuto nel degrado ma che oggi vede nella parola riscatto, attraverso uno sport sui generis qual è il calcio sociale appunto, l’obiettivo da raggiungere? Vediamo di capirlo…
Ultimamente non si fa che parlare della città di San Severo, una cittadina di 56.000 abitanti in provincia di Foggia, risaltandone il profilo criminale di alcuni suoi concittadini.
Eppure San Severo è una città, come tante ce ne sono in Italia, caratterizzata dai suoi lati oscuri e dai suoi tantissimi esempi di altissima, esemplare e sana sociologia applicata.
A San Severo, come in molte altre parti d’Italia, rapine, spaccio di droga, bombe ed estorsioni esercitate da pochi fanno da contraltare a gesti di elevata caratura umana ed esempi di innato buonismo praticati da molti altri.
Una delle persone di questa città del tavoliere che più di tutte sta esercitando il verbo del buon esempio è Michele Nardella, 53 anni, originario di San Severo ma da più di 30 anni trapiantato a Roma. Allo stato uno dei migliori esperti di bioedilizia.
Già questo basterebbe per arricchire di credenziali una persona che da sempre si è posto quale obiettivo quello di porsi al servizio del bene.
Cresciuto su un substrato al limite della criminalità “congenita”, Nardella ha lasciato la sua città natale per rincorrere il sogno dell’emancipazione dallo status di povertà al quale soggiaceva insieme a gran parte dei suoi compagni di infanzia.
Il potersi riscattare da anni fatti di stenti ha da subito rappresentato la base dell’impostazione che ha voluto dare al suo modello di vita. Lo ha fatto offrendo supporto e opportunità professionali anche e soprattutto a quegli stessi amici con i quali ha condiviso quell’infanzia contrassegnata da fame e da enormi sacrifici.
Nel corso della sua esperienza professionale il sanseverese ha impattato con la bella realtà del calcio sociale. Di questa branca sportiva comunitaria Nardella più che di un impegno lavorativo ne ha fatto un’autentica mission.
Ha capito subito lo scopo che si prefiggeva e, complici i ricordi del passato, lo ha incastonato in quello che ad oggi rappresenta il suo grande scopo ovverosia concorrere a sconfiggere la criminalità entrando nel cuore degli abitanti del posto attraverso l’ originale applicazione nel calcio sociale.
Un tipo di calcio rivisitato nelle regole ma capace di proiettare i partecipanti in un mondo fatto di parità assoluta tra i contendenti anche attraverso una struttura realizzata pensando alla crescita ambientale oltre che sociale.
Ed è qui che entra in scena Nardella. E’ con la sua passione per la bioedilizia applicata alla bioarchitettura che si propone a Vallati riuscendo ad entrare subito nella dimensione spazio-temporale del progetto da quest’ultimo messo a punto.
Nel 2009, grazie a Vallati e all’impegno di volontari, istituzioni, aziende e cittadini, nasce la prima sede di calcio sociale in Italia denominato “il Campo dei Miracoli” . Un autentico esempio di riqualificazione urbana attraverso quella bioarchitettura sociale della quale Nardella se ne pone subito a capo attraverso il proprio vessillo professionale . Un esempio, quello del calcio sociale, talmente interessante da divenire nel 2012 fonte attrattiva per il Parlamento Europeo presso il quale i loro rappresentanti furono chiamati a raccontare dell’esperienza associativa volta a porre in essere un’integrazione sociale all’avanguardia da esportare in tutte le capitali europee.
Nardella si è messo al servizio della compagine di Massimo Vallati consapevole del valore sociale che una splendida e riuscitissima realtà qual è il calcio sociale è in grado di offrire.
Ora Nardella, proprio facendo perno sulla volontà espressa dal Parlamento Europeo, vorrebbe che sia proprio la sua città natale a prenderne esempio. Il suo desiderio è vedere sconfitta la criminalità del posto non a colpi di fugaci incursioni televisive che di San Severo ne alterano solo il nome ma attraverso un vero e proprio progetto di inclusione e ricostruzione sociale al quale le istituzioni del posto potrebbero rifarsi magari prendendo spunto proprio dal calcio praticato a Corviale che del lancio positivo in società dei bambini ne è un autentico esempio. E se lo dice il Presidente delle Repubblica…..