Racconti africani: l’apparenza inganna
Padre Oliviero Ferro
Una ragazza, fiera di essere figlia di un grande personaggio della corte del re, rifiutava tutti i pretendenti, trovandoli poco degni di lei. Un giorno, arriva al villaggio un giovane bello, di portamento regale e con vestiti magnifici. Ella non ebbe che un desiderio: diventare sua moglie e fece di tutto finché ci riuscì. Qualche settimana dopo, accompagnata dalla sorella minore, arrivò da suo marito, meravigliata di trovare pochi vicini nei dintorni. In fatti, suo marito era un orco, goloso di carne umana. Un po’ di tempo dopo, quest’uomo se ne andò alla sua piantagione. La giovane moglie, quando il sole fu al zenit, gli mandò la sua sorella minore per portargli qualcosa per dissetarsi e un po’ di cibo. Arrivata in cima alla collina, la ragazza gettò uno sguardo verso la valle. Suo cognato era là, in basso, occupato a coltivare; ma la cosa straordinaria era che lui maneggiava nello stesso momento quattro zappe: una per ogni mano e una per ogni ginocchio. Rientrò in fretta a casa: “Sorella mia” disse “tuo marito è sicuramente un demone”. Taci” le rispose “piccola stupida. Vuoi mettere della zizzania nel nostro matrimonio?”. “Se tu non mi credi” continuò lei, “vieni a vedere”. Ella ci andò e non poteva credere ai suoi occhi. Nessuna di loro dormì quella notte. Il giorno dopo, approfittando del viaggio dell’uomo, se ne andarono a chiedere consiglio a un vecchio che avevano incontrato nella sua capanna nella foresta. Le ascoltò con bontà e disse loro: “Voi avete ragione. Quest’uomo è un orco malvagio. Io so che oggi stesso è andato a cercare i suoi cugini. Essi vanno ritornare con lui con una buona scorta di banane mature. E il giorno dopo, faranno festa e voi sarete le vittime, se sarete ancora là. Fuggite in fretta. Ecco un vaglio che vi aiuterà”. Le due giovani, dopo aver ringraziato il loro salvatore, si sedettero sul vaglio che volò via subito e le riportò a casa loro. L’orco ritornò la sera, felice, accompagnato dai suoi cugini e da quattro caschi di banane, una per ogni mano e una per ogni ginocchio. Era sicuro di avere la carne che si era preparato. Ma non trovò più nessuno in casa. Lui e i suoi cugini dovettero mangiare le loro banane senza carne.
Come dice il proverbio: “Tu, robusta mazza, incontrerai Isangabwe (ciottolo bianco che si trova di solito nei ruscelli” (ora, tu ti credi di poter fare tutto, sei fiero della tua forza…ma un giorno incontrerai uno più forte di te…non giocare con il fuoco)