Quanti campioni hanno vestito la maglia della Salernitana e della Nazionale!

Da Iuliano passando per Di Napoli: un palcoscenico di stelle granata-azzurro di tutto rispetto

Il calcio è uno sport bellissimo, purtroppo ancora pieno di luoghi comuni che andrebbero sfatati al più presto. Uno di questi ha a che fare con la rosa delle squadre: molto spesso si pensa che solamente le big di Serie A, tra cui Juventus, Inter e Milan, siano le uniche a poter vantare tra le proprie fila i cosiddetti campioni. Invece non è per forza così, perché anche quelle formazioni che spesso vengono etichettate fin troppo frettolosamente come piccole o medio-piccole nel corso della loro storia, remota ma anche recente, hanno goduto di questo privilegio. Certo, verrebbe da pensare che in questo caso specifico i campioni presenti lo sono stati solo sulla carta, nel senso che il loro approdo presso piazze non famose era dovuto al fatto che non erano ancora pronti per spiccare definitivamente il volo. Quest’obiezione ha di sicuro una sua validità, ma fino a un certo punto, perché c’è un club, ovvero la Salernitana, che in più occasioni disponeva di giocatori già affermati anche se non conosciutissimi. Uno di questi è stato senza dubbio Mark Iuliano, che seppur giovanissimo – erano gli anni ’90 quelli duranti i quali indossò per la prima volta la maglia granata – si rivelò essere fin da subito un imprescindibile del pacchetto arretrato. Non solo, il futuro difensore della Juventus indossò anche la maglia della Nazionale italiana, per 19 volte segnando 1 goal. Insomma, qui si sta parlando di un ottimo giocatore che è passato per Salerno arrivando a onorare i colori dell’Italia. E non è l’unico, come si vedrà tra poco.

Se fosse stato possibile Mancini avrebbe fatto bene a convocarli

Normalmente si pensa che la Salernitana sia una squadra di calcio non importante, eppure, analizzando e approfondendo la questione, in realtà si scopre che non è così. Non è così perché vanta una storia gloriosa, avendo già partecipato alla Serie A più di 20 anni fa, e non è così perché la casacca granata l’hanno vestita tantissimi campioni. Attenzione, non campioni qualsiasi, ma atleti molto forti fisicamente, e in qualche caso anche forti tecnicamente, che pure hanno militato in Nazionale. Tra questi c’è sicuramente Gennaro Gattuso, centrocampista roccioso che quando scendeva in campo ostruiva qualsiasi linea di passaggio con la sua proverbiale aggressività. Ringhio, come soprannominato ai tempi del Milan, da solo era in grado di schermare la difesa, aiutando i colleghi del reparto arretrato quando si trovavano in difficoltà. Oltre a lui, non si può non menzionare Marco Di Vaio, uno che la porta la vedeva benissimo e che con la maglia azzurra si è comunque distinto segnando 2 reti in 14 partite. E che dire poi di Salvatore Fresi, duro stopper vecchio stampo che con la Salernitana e con la Nazionale si è tolto alcune soddisfazioni. L’aver partecipato alla spedizione dell’Italia olimpica nel 1996 è sicuramente una di queste. Per assurdo sarebbero bastati proprio questi giocatori di questo calibro, che in carriera hanno fatto dell’agonismo una loro arma vincente, per aiutare la Nazionale di Mancini a strappare il pass per Qatar 2022, che probabilmente l’avrebbe vista favorita: come è risaputo tra gli appassionati di sport, chi vince un Europeo non può che “dettare legge” per quanto riguarda le quote dei mondiali, comunque suscettibili di repentini cambiamenti. Forse al Mancio avrebbe fatto comodo anche uno come David Di Michele, magari al posto dello spento Ciro Immobile, per segnare qualche goal qualificazione in più. L’attaccante nativo di Guidonia Montecelio rispetto al bomber laziale, che solamente in Serie A risulta a dir poco inarrestabile, quando giocava aveva in più la capacità di muoversi benissimo tra le linee, un qualcosa di indispensabile per non dare troppi punti di riferimento agli avversari. Nel caso David Di Michele non fosse stato all’altezza, si sarebbe potuto benissimo puntare su Arturo di Napoli. Autore di 34 reti in 69 partite giocate con la Salernitana, Re Artù, come ribattezzato dai suoi compagni di squadra, è sempre stato uno che là davanti sapeva come agire da boa, smistando “palloni intelligenti” per gli inserimenti dei centrocampisti. Ecco, lui contro la Macedonia del Nord avrebbe sicuramente creato una mole importante di potenziali occasioni, per Jorginho, Barella e Verratti. Qui però siamo ancora nel campo dell’assurdo; meglio dunque tornare alla (triste) realtà sportiva dicendo qualcosa su quelle Nazionali che potrebbero aggiudicarsi Qatar 2022. Vero, così facendo si sta deviando rispetto al tema Salernitana; ma in fondo avendo parlato a più riprese degli Azzurri un ultimo paragrafo sul prossimo mondiale di calcio risulta più che accettabile.

Francia, Brasile, Argentina e Spagna: ecco le principali favorite per la vittoria finale

Visto che l’Italia, come tutti sanno, non parteciperà al prossimo mondiale, nonostante disponga di buoni giocatori che quest’anno stanno sostenendo un campionato avvincente, le favorite per la vittoria finale saranno altre. In particolare: Francia, Brasile, Argentina e Spagna. La Nazionale allenata da Didier Deschamps vanta una rosa fortissima: oltre alla super-star Mbappé dispone almeno di altri due fuoriclasse assoluti come Griezmann e Pogba. Dopo aver vinto Russia 2018 i Blues sono in pole position. Appena dietro c’è il Brasile, che fa del talento espresso tramite il “fútbol bailado” la sua arma più importante. Se imparerà a scendere in campo compatto, cosa che però non fa parte del suo DNA, allora in quel caso trionferà quasi sicuramente. Le due outsider – definizione impropria visto il loro blasone – sono Argentina e Spagna. Queste due rispetto al Brasile giocano un calcio più attento, sfruttando molto bene le ripartenze dei calciatori migliori. Da un lato il “maturo” Lautaro e dall’altro lato il giovane Dani Olmo, sono loro quelli che più di tutti gli altri potrebbero fare la differenza quest’inverno. C’è comunque da dire che Qatar 2022, ultimo mondiale con 32 squadre partecipanti, sarà aperto a più capovolgimenti (e sconvolgimenti), perché basta una partita non giocata all’altezza da parte di una di queste favorite per cambiare profondamente i rapporti di forza che oggi conosciamo solo in linea teorica. Questo il bello di questa manifestazione, dove non presenzierà l’Italia. Certo che se per assurdo Mancini avesse potuto schierare Gennaro Gattuso, Marco Di Vaio e Salvatore Fresi le cose sarebbero andate molto diversamente.