Il pericolo delle Sette
don Marcello Stanzione
Ormai la “fu cattolica” Italia è diventata come l’America Latina, è invasa dalle sette sia di matrice pseudo cristiana sia di provenienza orientale. Per setta intendo un gruppo religioso che è privo degli elementi fondamentali di un’autentica comunione ecclesiale. La setta può essere considerata come un gruppo che si è staccato da una Chiesa o Religione e che segue un ideale carismatico o una particolare dottrina. Negli Atti degli Apostoli i primi cristiani erano considerati dagli Ebrei una setta (At. 24,5.14). In Gesù Cristo non è venuto a porsi in contrapposizione all’Ebraismo perché egli non è venuto ad abolire la Legge o i Profeti ma a dargli compimento (Mt. 5,17). Pertanto il termine “setta” utilizzato da alcuni ebrei nei riguardi della Chiesa primitiva va interpretato nel giusto concetto di segnale del Cristo. Generalmente le Sette non traggono origini dai misteri fondamentali del Cristianesimo, ad esempio quasi tutte le sette di matrice cristiana rifiutano la verità della Santissima Trinità. Vi è inoltre la mancanza di comunione con il Gesù storico e con la Chiesa delle origini e pretendono di porsi in rapporto diretto con Dio. Nelle sette viene meno la dimensione storica fondata sull’incarnazione di Cristo e comunionale della rivelazione rappresentata dalla Chiesa.
Mancando la dimensione dell’incarnazione di Cristo vengono meno i sacramenti che non sono più strumenti della grazia, annullando il sacramento dell’ordine sacro crolla tutta la successione gerarchica. Il fenomeno della diffusione delle sette in Italia, riguarda non solo le metropoli o i grossi centri urbani, ma anche le comunità rurali o disseminate nelle campagne, che circondano i centri più densamente abitati e sono esposti a gravi assalti da parte dei nuovi movimenti religiosi alternativi che mirano ad allontanare la popolazione dalla retta pratica della fede cattolica. Sotto sotto c’è sempre l’eterna battaglia tra il bene e il male, dentro di noi e fuori di noi, tra la vera Chiesa di Gesù Cristo, pur con tutti i suoi limiti umani e istituzionali, e le pseudo chiese. In un libro-intervista di qualche anno fa, il compianto Mons. Dino Foglio per oltre 25 anni coordinatore nazionale dei gruppi del Rinnovamento dello Spirito in Italia affermava con decisione: “Quando sento un fratello o una sorella che critica la Chiesa, gli dico che egli non vive in uno spirito comunionale e gli ricordo la risposta che Erasmo da Rotterdam diede a Lutero, quando questi lo invitò ad abbandonare la Chiesa Cattolica: “Sopporto questa Chiesa in attesa che diventi migliore, perché anche lei sopporta me in attesa che io diventi migliore”.
Oggi, come non mai prima, i nemici del Cattolicesimo si servono di ingenti capitali economici e di personale ben addestrato, dei mass-media (programmi radio-televisivi, riviste, dépliants, opuscoli di facile lettura e di modico prezzo), facendo leva su un facile anticlericalismo e su una formazione cristiana non approfondita. Da parte nostra, come cristiani, dobbiamo anzitutto opporre la santità di vita, come ha fatto san Domenico di Guzmann nelle sue missioni popolari con i Catari e gli Albigesi, e come hanno fatto tutti i grandi evangelizzatori nella storia della Chiesa. Ma oggi è anche necessaria una proposta della fede cattolica attraverso i mass-media (a questo riguardo è esemplare l’attività di apostolato di Radio Maria), anche noi dobbiamo diffondere in mezzo al nostro popolo opuscoli, depliants, riviste che difendono e diffondono la fede cristiana. La nostra “guerra” non è mai contro le persone, gli erranti, che vanno profondamente amati ma contro gli errori, le idee sballate e pervertite che poi a loro volta creano dei comportamenti errati e cattivi. Molti studi, hanno evidenziato che gli aderenti a sette distruttive e devianti hanno alcune caratteristiche comuni:
- A) Educazione familiare rigida: la maggioranza degli adepti ha vissuto l’infanzia in un clima familiare rigido ed anaffettivo, da cui è successivamente scaturita la difficoltà ad esprimere liberamente ciò che desidera e a ricercare sistemi di relazione e comunicazione squalificanti e rigidi.
- B) Esperienze di delusione: chi ha vissuto realtà di abbandoni, perdite, divorzi, ha acquisito quindi, una maggiore sensibilità verso quelle persone e quei gruppi che permettono accoglienza e conforto.
- C) Bassa autostima: molti individui, spesso con scarsa autostima, sono attratti dai movimenti estremi e sono inclini all’alienazione e all’isolamento; tali soggetti desiderano unicamente essere accettati dagli altri, tanto da fare tutto ciò che viene chiesto loro.
- D) Esperienze d’abuso: dopo aver vissuto abusi fisici o psicologici, che hanno indotto vergogna e scarsa valutazione si se stessi, molti adepti trovano nel gruppo settario gioia e serenità.
- E) Atteggiamenti e aspettative: gli adepti sono individui che desideravano avere un mondo diverso, e la setta rappresenta per loro l’unica risorsa disponibile.
Ciononostante anche chi non possiede tutte queste caratteristiche può incappare in una setta, qualsiasi sia l’età, lo stile di vita o i propri interessi.
Non esiste una connotazione univoca di “persona tipo” che può appartenere ad una setta poiché la gente che viene reclutata rappresenta un gruppo di persone che si trova in un particolare momento della vita in cui si è più vulnerabili.
I gruppi settari, all’occhio inesperto della gente comune appaiono come gruppi di crescita personale, che promettono felicità e realizzazione; tali gruppi spesso attirano i giovano con falsi corsi di potenziamento della memoria, di formazione professionale o ad esempio di sostegno religioso.
I primi incontri sono, spesso, gratuiti per allettare i nuovi arrivati, che vengono subito sottoposti a “love-bombing”.
I nuovi membri si trovano, all’improvviso, in un gruppo che appare come una vera e propria “famiglia” (una famiglia perversa e violenta), che dà subito loro “sostegno e amore”, a tal punto, sedotti dalla promessa della felicità e della risoluzione di eventuali problemi, accettano di far parte di questi gruppi. I primi mesi di vita nella setta trascorrono come un sogno (in realtà un incubo), ma una volta che le reclute sono ben inserite, vengono via via sottoposte a svariate tecniche persuasive fisiologiche e psicologiche.