Cilento, fermati!

Cilento, fermati!

Giuseppe Lembo

Percorrendo strade umanamente impercorribili e rincorrendo percorsi di vita che fanno un male da morire a tanta parte dell’umanità cilentana che non sa volersi bene e che, sempre più tristemente, si nega al Futuro, con la gente silenziosamente sottomessa ad un mondo di poteri paesani forti ed indifferenti al loro popolo, fatto di cittadini considerati nel triste ruolo di sudditi senz’anima ed indifferenti a tutto. Un vero e proprio museo delle cere, con tante silenziose ed inanimate statue di cera al posto della gente viva, in movimento, ma purtroppo, assolutamente incapace di agire insieme, per il bene comune, confrontandosi, dialogando ed esprimendo idee condivise. Tanto, con sagge parole, anima viva di un’umanità, che ha bisogno di fatti, per un Futuro da umanità d’insieme, concretamente e saggiamente agente ed interagente per un insieme di umanità capace di guardare al Futuro, riprendendosi le sacre radici dell’umanità dell’ESSERE IN DIVENIRE, la sola strada possibile per questo Cilento senz’anima che, non sapendosi volere bene, si nega disumanamente al nuovo del mondo.

Un Cilento che tanto può, se si elimina la triste rassegnazione del “non c’è niente da fare” e di una sottomissione senz’anima che trasforma l’umano cilentano da paradiso, in inferno terreno, causa umanamente diffusa di disperazione, di fuga e tragicamente anche di morte, per colpa di un territorio reso invivibile da crescenti dismissioni che ne annullano, oltre alla vivibilità, con una buona qualità della vita, tristemente la stessa vita, un tempo saggiamente intesa, come vita dell’ESSERE IN DIVENIRE.