Napoli: Stazione Dohrn, inaugurata I sede in Italia dedicata a biotecnologie marine ecosostenibili
La Stazione Zoologica Anton Dohrn inaugura la nuova sede del Dipartimento di Biotecnologie Marine Ecosostenibili in via Ammiraglio Acton 55, all’interno della darsena del Molosiglio di Napoli. Si tratta della prima struttura nel panorama nazionale interamente dedicata alle biotecnologie marine volte ad un approccio eco-sostenibile.
L’edificio, ex sede dell’ASL, torna a nuova vita a seguito di un’importante opera di riqualificazione e rifunzionalizzazione.
Il taglio del nastro si è tenuto oggi, 28 giugno 2022, alla presenza del Presidente SZN Roberto Danovaro, del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e del Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.
Questa nuova realtà si avvale delle competenze interdisciplinari di ricercatori di alta formazione nei settori delle Biotecnologie marine, della Biologia, Ecologia, Chimica e Biochimica marina.
La sede potrà avvalersi dei campioni di organismi marini prelevati dal Dipartimento di Infrastrutture di ricerca per le risorse biologiche marine – RIMAR.
Al suo interno, in particolare, si trovano 18 laboratori dotati di attrezzature all’avanguardia in diversi ambiti applicativi all’interno dei quali lavorano circa 50 ricercatori della Stazione Zoologica e sarà uno spazio di co-working aperto al pubblico e alle iniziative di interesse territoriale del Comune di Napoli.
“Siamo grati al Comune di Napoli per il supporto fornito nella riqualificazione di questo centro che ha come obiettivo quello di rilanciare l’importanza delle biotecnologie marine nel quadro del PNRR.” – afferma Roberto Danovaro, Presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn. “All’inaugurazione – continua- sono stati presentati anche i primi risultati del progetto ADVISE, finanziato dalla Regione Campania, che sta identificando vaccini antitumorali e molecole di interesse farmacologico per la cura dei tumori.“
“Gli organismi marini – conclude il Presidente – sono il più grande tesoro, in gran parte ancora inesplorato, per l’individuazione di molecole e prodotti utili a curare malattie, migliorare la nostra nutrizione, la cura del corpo e a risanare l’inquinamento ambientale. L’auspicio è che questa struttura possa rilanciare il ruolo del nostro Paese in un settore, quello delle biotecnologie marine, ancora troppo poco sviluppato rispetto alle potenzialità offerta dalla ricchissima biodiversità dei nostri mari.”
LA STRUTTURA
L’edificio è stato oggetto di un importante intervento di recupero progettato dalla SZN che ha convertito la struttura ex ASL a centro di ricerca con laboratori all’avanguardia dedicati alla biotecnologia marina ecosostenibile.
Si articola su tre piani per una dimensione complessiva di circa 1.400 mq. Al suo interno, in particolare, ci sono circa 400mq di ambienti dedicati alla ricerca, 350mq dedicati ad uffici, una sala polifunzionale di 60mq, una corte interna di 150mq, un terrazzo di 200mq.
IL DIPARTIMENTO DI BIOTECNOLOGIE MARINE ECOSOSTENIBILI
Il Dipartimento di Biotecnologie Marine Ecosostenibili promuove ricerche scientifiche riguardanti le possibili applicazioni dei prodotti naturali marini nei settori di interesse biomedico e ambientale. E’ diretto da Donatella De Pascale.
Uno dei principali obiettivi della ricerca che svolge, attraverso l’interazione con le aziende farmaceutiche, è l’identificazione e la produzione di nuove molecole di origine marina, caratterizzate da proprietà farmacologiche utili per il trattamento di patologie umane. Estratti cellulari da diversi tipi di organismi marini vengono testati al fine di purificare e isolare prodotti naturali marini da impiegare come possibili farmaci antitumorali, anti-infettivi ed anti-infiammatori, o come adiuvanti per vaccini o per il trattamento di patologie neurodegenerative.
Accanto alla ricerca più puramente farmaceutica, il Dipartimento svolge diverse attività nel settore della nutraceutica, nell’intento di individuare e valorizzare i cosiddetti “cibi funzionali”, in virtù delle loro proprietà per la prevenzione di malattie e per il rafforzamento delle difese immunitarie. Il Dipartimento, in particolare, studia le microalghe, organismi marini noti come risorsa di svariati ingredienti bioattivi, tra cui carotenoidi, proteine, vitamine, aminoacidi essenziali, oli ricchi di omega 3 e composti antinfiammatori e antiossidanti.
Oltre al riconosciuto valore nutraceutico, le microalghe hanno offerto nuove interessanti opportunità nel settore cosmeceutico, in quanto ricche di ingredienti bioattivi utili, come esfolianti e anti-età, per la cura delle irritazioni cutanee, il rinnovamento cellulare, l’equilibrio e l’idratazione della pelle. I ricercatori SZN, ad esempio, hanno scoperto che la tintura madre ricavata dalla microalga Tetraselmis suecica non solo ha proprietà antiossidanti, ma stimola anche la riparazione di cellule danneggiate dallo stress ossidativo per la presenza di vitamina E ed altre sostanze benefiche, come carotenoidi specifici, clorofille e tocoferoli.
Di recente, gli organismi marini sono stati anche considerati fonti promettenti di collagene, da utilizzare come supporto strutturale per dispositivi biomedici, e applicazioni sanitarie emergenti. A questo proposito è in corso una linea di ricerca che mira allo sfruttamento delle materie prime marine sottoutilizzate del Mar Mediterraneo per lo sviluppo di un processo sostenibile, con una riduzione significativa dell’impatto sull’ambiente e sull’economia.
Il Dipartimento di Biotecnologie Marine, inoltre, è in prima linea per l’individuazione di nuove soluzioni per prevenire e ridurre i danni arrecati dall’inquinamento antropico, che mette a repentaglio l’integrità della biodiversità degli ecosistemi marini, attraverso lo studio e l’applicazione di strategie come il biorisanamento che utilizzano di microrganismi naturali per degradare o sequestrare gli inquinanti presenti nelle aree contaminate. In tale contesto, il Dipartimento è coordinatore del progetto di ricerca LIFE SEDREMED, finanziato dalla Commissione Europea, incentrato sulla bonifica tramite utilizzo di microrganismi in grado di degradare i contaminanti presenti nei sedimenti dell’area industriale di Bagnoli-Coroglio.
foto Molosiglio