Salerno: Comitato “Salute e Vita”, Fonderie Pisano, replica a dichiarazioni Ciro Pisano
Abbiamo letto con stupore ed indignazione le dichiarazioni dell’imprenditore Ciro Pisano rilasciate ad un quotidiano salernitano in data 13 luglio 2022 e pertanto controbattiamo ad alcune delle sue affermazioni più gravi.
Ricordiamo innanzitutto che, dal 2006, anno in cui il quartiere Fratte non è più zona industriale, la famiglia Pisano ha avuto la possibilità di delocalizzare e, con il nuovo piano urbanistico comunale, di costruire e quindi di fare loro una speculazione immobiliare, con la realizzazione di 400 appartamenti al posto della fabbrica. Delocalizzazione che però non è mai avvenuta per responsabilità gravissime della proprietà. Sarebbe inutile ripercorrere tutti i processi che si sono succeduti in questi decenni e che vedono protagonista uno stabilimento che non definiamo di “untori”, ma che di certo avvelena e che, da studi scientifici, è stato certificato come la causa di danni ambientali e sanitari.
L’ingegnere Pisano dovrebbe essere ben consapevole dei danni che sta arrecando alla popolazione, all’ambiente ma anche ai lavoratori: non è un caso che sia morto un altro operaio appena una decina di giorni fa, un dipendente inserito all’interno delle 50 cartelle analizzate dai consulenti tecnici d’ufficio della Procura di Salerno e per il quale veniva espressa una “concreta possibilità” di correlazione tra la sua malattia e questo stabilimento in cui ha lavorato.
Su quei fumi densi, non filtrati dai camini, carichi di veleni e metalli pesanti, l’ingegnere Pisano non si è espresso.
Così come è un’offesa all’intelligenza dei membri del comitato “Salute e Vita” affermare che il carbone crei solamente il nero e non faccia danni. Ci sono due fatti oggettivi e quindi non contestabili e da essi ne deriva un altro altrettanto ovvio. La combustione di carbon coke genera come inquinante il mercurio: le Fonderie Pisano utilizzano come combustibile nei loro forni il carbon coke. Non c’è bisogno di studi e pubblicazioni su riviste scientifiche, che comunque sono tantissimi, per dimostrare che la combustione di carbon coke produce emissioni di mercurio: questo aspetto lo si apprende in qualsiasi esame universitario dei primi anni di ingegneria e/o chimica. La conseguenza dei due fatti oggettivi produce un ovvio corollario: l’attività delle Fonderie Pisano emette quantitativi di mercurio nell’atmosfera. Ed è la stessa proprietà ad ammetterlo implicitamente quando, nel piano di autocontrollo, sono previsti controlli sull’inquinante mercurio sia al camino sia sul suolo, il cosiddetto “top soil”. Noi tra l’altro contestiamo poi, su tutta linea, i risultati di queste loro analisi, poiché la strumentazione utilizzata non è in grado di rilevare i parametri richiesti per aree non industriali. I macchinari per rilevare la presenza di mercurio all’interno della fabbrica erano tarati ad un valore che poteva essere ricercato da unità 2 a 5 mentre, per uno stabilimento che, come le Fonderie Pisano, è in pieno centro urbano, avrebbero dovuto misurare la presenza di mercurio anche da 0 a 2. In pratica, quelli utilizzati, sono parametri applicati negli stabilimenti delle aree industriali e non quelli, i cui limiti imposti sono molto più bassi, delle aree residenziali, agricole e commerciali, che caratterizzano appunto la zona di Fratte.
L’ingegnere Pisano non ha mai risposto nemmeno in merito al fatto che sia stato perso ormai un anno e mezzo fondamentale, da marzo 2021, quando fu annunciato, alla presenza del sindaco Vincenzo Napoli e del vicepresidente ed assessore all’ambiente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola, che entro sei mesi lo stabilimento avrebbe avuto le necessarie autorizzazioni, ovvero la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) e che entro due anni si sarebbero accesi i motori del nuovo stabilimento di Buccino. Quei sei mesi al massimo che sarebbero dovuti servire per avere le necessarie autorizzazioni, però, non sono mai partiti. Perché non le hanno richieste sin da subito per poter creare in tempi brevi un impianto nuovo a Buccino e siano invece ripartiti con questo annuncio soltanto nella giornata di ieri? Il nostro dubbio, che in cuor nostro è un’amara certezza, è che non c’è volontà di chiudere il mostro di Fratte e di trasferirsi altrove.
Invitiamo l’ingegnere Ciro Pisano a leggere gli articoli 9, 32 e 41 della Costituzione italiana, considerato che lo stabilimento siderurgico della sua famiglia li viola quotidianamente.
Ci auguriamo che presto la Magistratura e la storia ci consegnino tutta la verità su questa vicenda e che, quanto prima, potremo liberarci da questa fabbrica obsoleta e dannosa per la comunità, ritenuta già da anni “vetusta ed assolutamente incompatibile con il contesto urbano nel quale è inserita”. Vigileremo pertanto affinché i responsabili paghino con una bonifica del territorio a carico loro e ci batteremo perché quell’area sia data come risarcimento alla popolazione con la realizzazione di un parco pubblico, anziché con i 400 appartamenti di un’ennesima speculazione edilizia.
Lorenzo Forte
Presidente associazione “Salute e Vita”