Caffè amaro
Giulio Caso
Il caffè amaro veniva propinato ai richiedenti la mano di una giovane, quando non erano graditi.
Ad un certo punto la mamma chiamava la figlia per dirle di preparare il caffè. Era un modo per farle osservare il giovane.
Se alla ragazza non piaceva il giovane, gli preparava caffè senza zucchero. Secondo le antiche convenienze lui doveva berlo senza mostrare segno alcuno. Poi frettolosamente si congedava.
Spesso trovava amici fuori che osservando la sua espressione lo deridevano: “Che?, te si bevuto ‘o tuosseche!”.
Oggi l’uso del caffè amaro, spesso, è una specie di masochistica autopunizione da parte di coloro che non riescono a fare a meno dei dolci.
Eppure, se ben tostato (e non bruciacchiato) durante la tostatura, il caffè avrebbe poco o niente bisogno di altro zucchero. Sarebbe gradevole di per sé. Cercate qualche bar che faccia autonomamente la tostatura moderata. Avrete modo di assaggiare un caffè più verace.