Racconti africani: la vedova Naba e il lebbroso

Racconti africani: la vedova Naba e il lebbroso

Padre Oliviero Ferro

C’era una volta una donna vedova, di nome NABA. Viveva in un piccolo villaggio, insieme all’unica figlia e a una capra. La vita scorreva serena. Un lebbroso, suo vicino di capanna, era geloso di lei. Andò dal re e gli disse: ”La vecchia Naba, mia vicina di casa, è una donna pericolosa. E’ una strega. Molte persone, che sono morte in questi ultimi anni, sono state uccise da lei. Deve essere eliminata per il bene del villaggio”. Il Re gli rispose: ”Perché bisogna ucciderla? Si è sempre comportata bene e mi ha sempre obbedito”. Allora il lebbroso gli disse di nuovo: ”Dai questo ordine a Naba: raccogli tutti i frutti della pianta del mango. Se non lo farà, dovrà morire”. La povera Naba ricevette il comando del Re e cominciò ad avere paura. La vecchia KIMA stava passando per la strada e vedendola, le disse: ”Tu mi hai sempre accolto, soprattutto quando avevo fame. Mi hai dato da mangiare le banane del tuo campo. Non ti preoccupare. Ti aiuterò io”. Il giorno dopo, il lebbroso ritornò dal re e gli disse di nuovo: ”Obbliga Naba a demolire la più grande capanna del villaggio. Se non lo farà, dovrà morire”. MCHWA (vuol dire: colui che si  riposa), che aveva sentito l’ordine del re, andò da Naba e le disse: ”Tu hai sempre trovato il tempo per ascoltarmi. Non ti preoccupare. Insieme ai miei amici, farò quello che il re ti ha chiesto”. Il lebbroso ormai stava perdendo la pazienza e si comportava veramente male davanti a Naba. Ogni animale del villaggio allora si ricordò di tutte le belle cose che aveva fatto e decise di aiutarla.

MAMBA, il serpente nero, andò da Naba e le disse: ”Tu lo sai che io ho mangiato la tua unica capra. Ora però sono pentito. Andrò a rapire la figlia del re, quando lei andrà a fare il bagno al fiume. Tu allora dirai al re, che se la vuole libera, dovrà darmi il fegato del lebbroso”. Il re fu subito d’accordo e il lebbroso morì. Ognuno vide dove stava la verità. ”Dio infatti non ama le persone gelose, con il cuore sporco e la lingua avvelenata. Ma aiuta il povero che fa il bene”

(rielaborazione per commentare Matteo 11,25-30)