Il melograno e la melagrana   

Il melograno e la melagrana   

 Maria Amendola

Settembre, ottobre e novembre sono i mesi autunnali di raccolta del melograno (pianta) e del suo rosso frutto (la melagrana) che è la cosiddetta “mela dell’amore”, ed è simbolo di ricchezza e di prosperità. Il melograno è un arbusto arborescente presente sin dall’antichità nell’area della Mezzaluna fertile, successivamente si è diffuso nell’area mediterranea dell’Europa, dell’Africa e dell’Asia minore. La bacca da cui nasce il frutto del melograno è conosciuta con il nome di “balaustio”. I Romani battezzarono la melagrana con il nome di “punicum melum (mela fenicia o mela di cartagine)” perchè lo conobbero a Cartagine (chiamata Punica) nel 700 a.C. Mentre in italiano essa trae il nome dal latino “punica o melum granatum (mela con i semi)”.  Ne elogiavano le virtù e le proprietà nel campo della medicina Marco Porcio Catone (234-149 a.C. “De agri cultura liber – il Punicum malum, la melagrana”), Caio Plinio Secondo conosciuto Plinio il Vecchio (23-79 d.C.), Dioscoride Pedanio (40-90 d.C.), e anche Ippocrate di Kos (460-377 a.C.), colui che ha fondato la medicina “scientifica”, famoso per il suo giuramento e per aver creato la professione medica.

Virtù e proprietà:

aumenta il libido e rafforza il pavimento pelvico; potenzia il sistema immunitario; favorisce la fertilità; riduce colesterolo e pressione arteriosa; migliora e allevia i sintomi dell’ovaio policistico;  è un “viagra” naturale; migliora il flusso sanguigno e protegge il cuore; previene l’invecchiamento; previene e aiuta le cure per il cancro al seno, alla prostata e al colon; migliora la digestione ed è gastroprotettivo; è fonte di acqua e di potassio; rallenta la captazione degli zuccheri e riduce l’assorbimento dei grassi; protegge e migliora la salute dei capelli e delle unghie; ricco di vitamina A e C; riduce e protegge le lesioni celebrali nei bambini prematuri (i risultati di alcuni studi dimostrano che bere il succo di melograno durante la gestazione riduce questo rischio); aiuta il parto; è un astringente; è un antinfiammatorio naturale; è vermifuga (decotto delle radici contro la tenia); riduce l’infiammazione della pelle e riduce l’acne; è un antidiarroico; è un diuretico; è un alleato della menopausa ne riduce i sintomi e previene l’Alzheimer.

Utilizzi :

– nell’antichità  era utilizzato nei processi della concia delle pelli e nel processo della tintura delle stoffe (color rosso);

– dalla scorza si ottiene un colore giallo/verde usato negli arazzi arabi;

– con esso si preparava l’inchiostro rosso (dato dal colore dei fiori) e nero (dato dalla presenza del ferro nella scorza);

 I miti, le leggende, le tradizioni e le usanze religione legate a questo frutto:

– per molte le civiltà tra cui quella greca, quella mesopotamica, quella romana e quella asiatica esso ha un valore divino e ha poteri magici;

– a Babilonia era associata alla dea della guerra Ishtar, ed era il simbolo di invincibilità;

– furono trovati dei reperti del frutto e della pianta dell’età del Bronzo;

– per i Fenici era una pianta sacra, afrodisiaca e simboleggiava la fertilità;

– secondo gli Ebrei il melograno era presente nel giardino dell’Eden (Paradiso terrestre), alcune tradizioni e alcuni studi ipotizzano che la melagrana sia in realtà il famoso “pomo” che Eva diede ad Adamo;

– in Egitto venivano posti sia la pianta che i frutti nella camera dei defunto per accompagnarlo nel viaggio nell’aldilà, ad esempio ritrovati in quella di Ramsete IV, in quella di Djehuty (maggiordomo della regina Hatshepsut);

-si ipotizza che questo frutto sia “il pomo della discordia”, infatti i greci credevano che questa pianta fosse stata piantata per loro sull’isola di Cipro dalla dea Afrodite (la dea romana Venere);

– un mito greco dice che dal sangue dell’evirazione di un satiro sia nato il melograno, il dio greco del vino Dioniso (per i romani Bacco), punì un satiro che lo assediava: mentre il satiro dormiva Dioniso gli legò i testicoli ad un filo, il satiro si evirò da solo alzandosi bruscamente;

– associato alla costellazione di Orione (la stella più luminosa e la più grande del firmamento). Orione era un bellissimo gigante, figlio di Terra e sposo di Side. Essa si vantava di essere più bella della moglie di Zeus (per i romani Giove), ovvero della dea Era (per i romani Giunone) che punì Side mandandola negli inferi da Ade (per i romani Plutone o Dite) tramutandola in un melograno;

– anticamente legato al mito della protettrice della natura e della sua fecondità ovvero Persefone (per i romani Proserpina), figlia di Zeus e Demetra (per i romani Cerere, dea della coltivazione e del grano e delle fertilità e delle piante). Nessuna dea voleva sposare Ade , egli allora vide e rapì Persefone. Nell’Averno Persefone mangiò alcuni chicchi di melagrana, senza sapere che chi si cibava nel regno dei morti non poteva più uscirne. Grazie all’intervento di Zeus fu stabilito che Persefone (divenuta anche dea e regina degli inferi) per 6 mesi ritornerà dalla madre anche per espletare il suo ruolo di dea della natura e della primavera e per i restanti 6 mesi resterà con il marito Ade, da questo mito nacque il “ciclo delle stagioni”;

– i sacerdoti ateniesi venivano incoronati con corone fatte di rami di melograno, però non potevano mangiarne il frutto in quanto simbolo di fertilità, ed era credenza popolare che esso avesse il potere di far scendere nella carne l’anima;

– questo frutto era impresso sulle monete Giudaiche come simbolo santo;

– era la pianta sacra del re Saul;

– questo frutto è uno dei 7 frutti della “terra promessa”, elencati dalla Bibbia;

– per la religione islamica è una pianta importante perché fa parte delle “cose buone fatte da Dio”;

– una leggenda induista afferma che sia stato Buddha a creare il melograno;

– per cristiani è simbolo della divina perfezione nei suoi difetti, simboleggia l’eternità grazie alle sue tonde fattezze;

– i rotoli della Torah sono protetti da involucri in argenti i cui vertici hanno la forma di melagrane simbolo di correttezza e onestà, simbolo scelto poiché il frutto contiene 613 chicchi come il numero delle prescrizioni del Torah (248 obblighi e 365 divieti);

– Il Signore ordinò ad Aronne di far applicare l’immagine delle melagrane agli abiti dei grandi sacerdoti (Libro dell’Esodo 28:33-34);

– nel Tempio di Re Salomone a Gerusalemme i melograni erano scolpiti nei capitelli. La melagrana è un simbolo sia divino che regale per via della “coroncina” che svetta sulla sommità del frutto (Libro dei RE 7:13-22);

– ne il “Cantico dei Cantici” si legge che persino nel giardino (luogo dell’amore) fioriscono i melograni;

– si è creata una comparazione tra il Santuario di Hera Argiva alla foce del Sele (SA) e il Santuario della Madonna del Granato a ridosso del Monte Carpazio, Capaccio (SA), la statua di Hera Argiva, come quella della Madonna, nella mano destra stringe una melagrana.

Simbolo di prosperità e fertilità per gli sposi:

– nella Roma antica veniva gettati fiori di melograno su tutta la strada percorsa dagli sposi;

– le donne sposate dell’antica Roma indossavano copricapo fatti con i rami di melograno per indicare il “maritali status” (lo stato civile) ovvero quello di donne “sposate”;

– le donne ateniesi mangiavano la melagrana per propiziarsi prosperità e abbondanza durante i festeggiamenti in onore della dea romana Dementra (per i romani Cerere, dea della fertilità);

– in Cina questo frutto viene regalata agli sposi alle nozze;

– in Turchia la neosposa getta in terra la melagrana e la quantità dei chicchi che ne fuoriescono è indice di fertilità;

Alcune opere  famose:

– nel XV e nel XVI secolo, i pittori spesso dipingevano nella mano di Gesù bambino la melagrana (il simbolo della nuova vita donataci dal Cristo). Anche Donato di Niccolò di Betto Bardi conosciuto come Donatello (1386-1466) e Piero di Benedetto de’ Franceschi noto come Piero della Francesca (1412-1492) disegnavano molte melagrane nei propri decori;

– sostiene nella mano destra questo frutto la “Madonna della melagrana” (1403-1406) di Jacopo di Pietro d’Agnolo di Guarinieri noto come Jacopo della Quercia (1374-1438);

– anche il pittore Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi in arte Sandro Botticelli (1445-1510) dipinse “La Madonna della melagrana” del 1478, oggi conservata presso la Galleria degli Uffizi  a Firenze;

– il quadro “La Donna con il Melograno” del ritrattista Giuseppe Ugolini (1826-1897) è un’opera avvolta nel mistero ubicato presso il castello di Bianello  (in provincia di ReggioEmilia), commissionato da Francesco V (1819-1875) duca di Modena, come copia di un antecedente affresco del 1400. La fanciulla ritratta nel quadro è certamente la vicaria imperiale Matilde di Canossa nota come la “Gran Contessa” (1046-1115), figlia di Beatrice di Lotaringia (o di Lorena 1019-1076) e di Bonifacio III di Canossa (985-1052);

– nel 1874 la modella Jane Morris è la “Persefone”  la musa dipinta dal pittore prerafaellita Dante Gabriel Rossetti (1828-1882);

– “Pianto antico” (1871) del poeta Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci (1835-1907), poesia dedicata a suo figlio Dante, morto prematuramente a soli tre anni a causa, probabilmente, del tifo.

Curiosità:

– Giacomo Girolamo Casanova (1725-1798) usava questo frutto per sedurre le donne;

-il “granato rosso” è una bellissima gemma preziosa rossa;

– il “rosso granata” è un colore che prende il nome dal frutto del melograno;

– in spagnolo la melagrana è chiamata “granata” (perché ricorda una bomba), da qui il nome della città Granada;

– ricevere una melagrana a Natale è da considerarsi di buon auspicio per il nuovo anno, essa infatti richiamando le fattezze di un sacchetto pieno di monete (chicchi) simboleggia la ricchezza, a tal fine, e non solo per quello, è una buona idea mangiarla con la famiglia la notte di San Silvestro.