Il telegiornale
Giulio Caso
Oggi è in calo il numero di telespettatori che usufruiscono del telegiornale per apprendere le notizie. Per affrontare la competizione sull’indice di gradimento, i direttori degli stessi, utilizzano vari accorgimenti che dovrebbero “vivacizzare” gli ascolti.
Il linguaggio è più cogitato, si fa una sintesi iniziale, ognuno cerca di personalizzare il proprio telegiornale.
Non hanno dati grandi risultati questi sistemi. Soltanto qualche piccolo, distratto incremento d’ascolto, da parte dei giovani, ma grandi difficoltà da parte degli anziani.
Motivi vari:
1) Il volume (l’amplificazione) audio oscilla troppo. Va da elevato, tipo pubblicità, al sussurrato, inascoltabile.
2) La frequenza (numero di parole al secondo) è, generalmente, alta. Anche questo rende impercepibile le parole.
3) Gli intervalli fra una frase e l’altra sono colmati da ripresa del “sospiro” che causa ansia.
Sarebbe consigliabile un corso per la corretta respirazione.
Certo non tutti sono così, ma almeno 7.
Dove sono più i tg di una volta, pacati, chiari nella dizione? O tempora!