L’esistenza dell’Angelo custode é sicura

L’esistenza dell’Angelo custode é sicura

don Marcello Stanzione

L’esistenza dell’angelo custode è certa. “Dio, è scritto nei sacri Libri, ha comandato ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie. Essi ti porteranno nelle loro mani, affinché il tuo piede non urti contro la pietra” (Sal 90, 11-12). Il Catechismo della Chiesa Cattolica tratta specificamente degli angeli nei numeri dal 325 al 336. Dopo aver ricordato che la Chiesa professa di credere in Dio che è creatore del cielo e della terra, spiegando che il cielo viene anche identificato come il luogo degli angeli, afferma: “L’esistenza degli esseri spirituali, incorporei, che la Sacra Scrittura chiama abitualmente angeli, è una verità di fede. La testimonianza della Scrittura è tanto chiara quanto l’unanimità della Tradizione”[1]. Prosegue nella loro descrizione ontologica: “In quanto creature puramente spirituali, essi hanno intelligenza e volontà: sono creature personali e immortali. Superano in perfezione tutte le creature visibili. Lo testimonia il fulgore della loro gloria”[2], e nella loro ordinazione a Cristo, ricordando che sono stati creati per mezzo di lui e in vista di lui. Ai numeri 332 e 333 ripercorre la Scrittura mettendo in evidenza che la storia della salvezza è costellata dai loro interventi in favore dell’uomo e del piano salvifico di Dio. Infine rivolge l’attenzione alla vita della Chiesa, aiutata misteriosamente e potentemente dagli angeli, la quale si unisce a essi nella Liturgia “per adorare il Dio tre volte santo, invoca la loro assistenza […] e celebra la memoria di alcuni angeli in particolare (san Michele, san Gabriele, san Raffaele, gli angeli custodi)[3]. Conclude dicendo che ogni uomo è circondato dalla protezione e dall’intercessione degli angeli, e che “fin da quaggiù, la vita cristiana partecipa, nella fede, alla beata comunità degli angeli e degli uomini, uniti in Dio”[4]. “Attenti a non disprezzare, diceva Gesù ai suoi discepoli, uno di questi piccoli; poiché, io ve lo dico, i loro Angeli in Cielo vedono costantemente il volto del Padre mio” (Mt 18, 10). I Dottori della Chiesa non sono meno affermativi. “Tutti noi, dice san Basilio, abbiamo i nostri angeli vicino a noi” (in Ps. 33, 5). Sant’Ambrogio si esprime così: “Sicuramente, Dio ci ha confidati alla custodia dei suoi angeli”. E san Girolamo: “E’ tale la dignità delle anime che ognuna di esse riceve, fin dall’istante della sua creazione, un angelo commesso alla sua custodia” (In Matth. 1, 10, 3). E san Giovanni Crisostomo: “E’ certo che ogni fedele ha il proprio angelo custode”. Poi, affinché non si creda che solo i fedeli abbiano ricevuto simili protettori, egli dichiara altamente che ve ne sono per tutti gli uomini (Hom de Ang.). “Ogni anima, dice sant’Anselmo, nel momento in cui è inviata in un corpo, è confidata ad un angelo” (Elucidat 1.2, c. 28). E san Bernardo: “Noi pensiamo che vi sia un angelo, un dato custode, secondo la nostra credenza, ad ognuno degli uomini” (De Considerat. 1.5, c. 4, n° 8).

Termino le citazioni dei Padri con questo passo di san Tommaso d’Aquino: “Se i bambini, dice questo grande Dottore, hanno bisogni di essere illuminati e diretti nelle loro operazioni, ciò non ci è meno necessario. Abbiamo il libero arbitrio, ne convengo; ma se questa facoltà può talvolta farci evitare il male, essa non può sempre, a causa della sregolatezza delle passioni che agitano la nostra anima. Abbiamo, è vero, la legge naturale per condurci; ma nell’applicazione dei principi generali nei casi particolari, ci accade spesso di sbagliarci. E’ quello che ha fatto dire allo Spirito Santo che i pensieri dei mortali sono timidi, e le loro preveggenze incerte” (Sap. 9, 14). Tutto ciò deve farci sentire il bisogno di essere istruiti e governati da degli spiriti più sapienti di noi, ossia dagli angeli. Si dirà che Dio ci custodisce, secondo quella parola del Salmo: “Sicuramente, colui che custodisce Israele non si assopirà, né mai si addormenterà” (Sal 120, 4). Convengo con questa verità, ma la conseguenza che se ne trae non è giusta. Per fare il bene, sono necessarie due cose: occorre prima di tutto che vi siamo portati da quell’inclinazione che viene dall’abitudine delle virtù morali; occorre poi che la nostra ragione trovi i mezzi convenevoli nel farcelo operare, e spetta alla prudenza indicargliele. Ora, la prima di queste condizioni viene immediatamente dalla custodia di Dio, che ci inclina al bene con l’infusione delle virtù morali e la sua grazia divina; ma la seconda ci viene dagli angeli, poiché è attraverso di essi che le luci dell’alto ci sono comunicate. Noi abbiamo dunque bisogno degli angeli che sono contemporaneamente è nostri custodi e nostri istruttori, che ci aiutano nel domare le nostre passioni e dissipano le tenebre della nostra ignoranza. Così, quando noi facciamo il male, è perché noi chiudiamo il nostro orecchio ai loro saggi consigli; da ciò, ne consegue che, se ci perdiamo, la nostra perdita sarebbe il fatto, non già della loro negligenza, ma dalla nostra malizia. “La Provvidenza divina, dice il Catechismo del Concilio di Trento, ha confidato a degli angeli la custodia del genere umano, ed ha voluto che assistessero coi loro soccorsi tutti gli uomini, per preservarli dal pericolo che li minaccia. Come i genitori fanno dei sorveglianti e dei difensori ai loro fanciulli quando li inviano a fare qualche viaggio difficile e pericoloso, così il Padre celeste, in questo viaggio decisivo che, dalla terra, deve condurci all’eterna patria, ci ha confidati ognuno alla custodia di un angelo, affinché il suo soccorso e la sua vigilanza ci facciano evitare i segreti tranelli dei nostri nemici, e respingere gli attacchi più terribili. Sotto la condotta di questi angeli, noi camminiamo nel retto cammino; evitiamo da parte dei nostri nemici le astuzie e gli imbrogli che potrebbero allontanarci dalla vera via e giungiamo in Cielo” (Catechismo Romano P. 4, c. 2, n° 4). Papa Francesco ha più volte ribadito che l’esistenza degli angeli non è una bella fantasia ma una certezza di fede. E’ dunque ben certo che ogni uomo ha il proprio angelo custode. Quale bontà da parte di Dio!

 

[1] CCC 328.

[2] Ivi, 329.

[3] Ivi, 335.

[4] Ivi, 336.