Salerno: Palazzo di Città
Maria Amendola
Il Palazzo di Città di Salerno è situato tra via Roma e Lungomare Trieste ed è la sede degli uffici dell’Amministrazione Comunale che antecedentemente furono ospitati nel Palazzo Sant’Antuono. Già al tempo del sindaco Matteo Luciani (1812-1888) il problema della locazione di questi uffici era sorto e si cercò una soluzione, furono avanzate due proposte posteriori al 1921, anno in cui l’espansione della città valicò le antiche mura cittadine. Le due proposte furono le seguenti: una riguardava il restauro del Palazzo Genovese a Largo Campo mentre l’altra riguardava la costruzione di una nuova struttura. Nel 1926 il Comune di Salerno bandì il concorso per realizzare l’edificio, ma non si raggiunse nessun risultato positivo nonostante la presentazione di moltissimi progetti. Nel 1928 l’architetto napoletano Camillo Guerra (1889-1960) vinse il concorso per l’incarico di Ingegnere Capo del Comune di Salerno e subito dopo gli fu assegnato il compito di redigere il progetto del Palazzo di Città. Guerra presentò all’Amministrazione 13 planimetrie diverse e 5 prototipi per lo stile. Non mancarono i problemi, la ditta incaricata fu aspramente criticata nel corso dei lavori sia da Guerra che dai cittadini stessi e nel 1933 ci fu la rescissione contrattuale. Tra il 1934 e il 1935 la Commissione Edilizia decise di abolire la copertura del cortile e Camillo Guerra diede le dimissioni dall’incarico di Ingegnere Capo. Nel 1936 fu inaugurato e in seguito il 3 gennaio del 1937 vi fu l’insediamento degli Uffici amministrativi. L’edificio di quattro piani con all’ingresso un porticato ha una architettura in stile fascista e copre una superficie di circa 500mq. La pianta è completamente dissimmetrica, presenta due accessi di servizio ai lati dell’ingresso principale, il porticato è situato sui lati nord ed ovest e da quest’ultimo lato si accede al Cinema Teatro, inoltre nella prima parte è coassiale a quello del limitrofo Palazzo Natella, mentre il corpo centrale è visibile in quanto è avanzato leggermente. Il Palazzo di Città è ricco d’arte, vi hanno lavorato illustri artisti salernitani tra cui: Gaetano Chiaromonte (1872-1962), Pasquale Avallone (1884-1965) e Antonio Perotti. La città di Salerno fu la capitale del Regno d’Italia (dal giorno 11 febbraio al 15 luglio del 1944) ma per chiarezza fu solo una sede provvisoria dell’esecutivo proprio come era avvenuto in precedenza alla città di Brindisi. Il palazzo fu quindi sede della Presidenza del Consiglio, del Ministero dell’Interno e di quello dell’Educazione Nazionale e ospitò nel Salone dei Marmi le riunioni del Governo. Tra il Governo Badoglio II e il governo Bonomi II avvenne “la svolta di Salerno” ovvero la l’unione di tutti i partiti antifascisti fino alla liberazione, per merito dell’arrivo del segretario del “Partito Comunista Italiano” Palmiro Togliatti (1893-1964). L’Amministrazione comunale a ricordo di quel periodo ha intitolato un piazzale con la dicitura “Salerno Capitale”, piazzale locato a poca distanza dalla stazione ferroviaria.