Salerno: pranzo festivo nel carcere di Fuorni, cibo e musica per detenuti

Il Garante Ciambriello: «Un momento distensivo, che rigenera i cuori e infonde speranza»

«Anche ciò che può sembrare un inutile scarto può trasformarsi in qualcosa di bello e prezioso»: così Vincenzo, chef ristretto nell’articolazione psichiatrica del carcere di Salerno, ha accolto il Garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello. Una scritta tanto diretta quanto significativa, che il detenuto ha inciso su un presepe interamente creato con il pane.

Il Garante campano, così come ha fatto in altri Istituti di pena, ha organizzato un pranzo per le festività natalizie, offerto dal ristorante Iberico di Napoli, a base di paella, organizzando contestualmente anche uno spettacolo musicale. La pasticceria Poppella, poi, ha anche offerto i dolci. A calcare il palcoscenico sono stati i cantanti Marika Tarascio e Antonio Ottaiano, che ha dichiarato – rivolgendosi ai detenuti – «vorrei che domani le carceri si svuotassero. Non c’è cosa più bella della libertà». Il Garante Ciambriello, accolto dal vice direttore dell’Istituto, Caterina Sergio, facente le veci della direttrice Rita Romano, e dalla comandante della polizia penitenziaria, Carla Arancio, ha incontrato i ristretti dell’articolazione psichiatrica, nonché i sedici detenuti lavoranti, di cui 12 impegnati nella produzione di mascherine chirurgiche.

Così il Garante campano Ciambriello: «Con oggi chiudo gli eventi da me promossi, in queste festività natalizie, per restituire attimi di serenità a chi vive una condizione di privazione della libertà personale. A Salerno sono stato piacevolmente colpito per una serie di opportunità che si stanno dando ai detenuti, che rappresentano buoni esempi da ripetere anche in altre realtà. Spero, quanto prima, partano anche sperimentazioni per i detenuti tossicodipendenti e che, soprattutto, venga incrementato il personale di polizia penitenziaria, almeno di trenta unità, perché attualmente sono pochi ed è comprensibile che vadano in affanno. A Fuorni c’è anche bisogno di volontari, che possono contribuire a fortificare i processi di rieducazione e di risocializzazione» Attualmente, nell’Istituto di Fuorni, sono presenti 478 detenuti, di cui 422 maschi, 42 femmine e 14 che hanno avuto accesso alla misura della semilibertà.