La Voce e la Vita della Chiesa: ”Seconda Domenica Tempo Ordinario“
Diac. Francesco Giglio
Domenica 15 gennaio 2023 si celebra la Messa della II Domenica del Tempo Ordinario – Anno A. Essa inizia con l’Antifona che recita così: “ A te si prostri tutta la terra, o Dio. A te canti inni, canti al tuo nome, o Altissimo ”. (cfr. Sal 65,4). Tutto parla di festa e gioia: profeti e poeti hanno il dono della parola creativa che nasce dall’Amore. Ma la festa può essere considerata tale, solo se tra gli invitati c’è Gesù. È Lui che con la sua presenza può cambiare l’acqua in vino a fine banchetto, quando le riserve scarseggiano e la festa può guastarsi. Solo Lui può trasformare gli antichi riti in una fonte di gioia e allegria nuova. Prendiamo esempio dalla vita di Gesù ricalcando il suo equilibrio tra l’andare avanti, parte attiva, e il ritirarsi, parte contemplativa. Anch’Egli non poteva sopportare la continua pressione della vita quotidiana e la richiesta delle folle e quindi, a livello spirituale, sentiva la necessità di tirare fiato. Gesù era combattuto fra la necessità di annunciare la “buona novella” e l’esigenza di trovare “un luogo solitario per l’incontro con il Padre”. Per le folle che lo ascoltavano Gesù, chiedeva al Padre di poter essere “l’Agnello pasquale e la luce delle genti, per formare il nuovo popolo dell’alleanza”. Quel Popolo nuovo siamo noi, che chiediamo al Figlio di Dio di confermare in noi la grazia del Battesimo perché, con la forza dello Spirito Santo, possiamo proclamare “il lieto annuncio del Vangelo”. In questa domenica, anche se è l’Anno A, si proclama il Vangelo di Giovanni, che con il versetto dell’acclamazione al suo Vangelo (cfr. Gv 1,14°.12°) ci ricorda che: ”Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi… a quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio”. La liturgia prosegue quindi con la proclamazione del Vangelo: « In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele“. Giovanni testimoniò dicendo: “Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio» (cfr. Gv 1,29-34). Il Battista vede Gesù venire verso di lui, e in questo incontro, scopre il cugino nella sua vera identità di “Agnello di Dio”. Come sarebbe bello se ogni essere umano e soprattutto ogni battezzato, facesse l’esperienza di Giovanni Battista: cioè l’incontro con il Cristo. Gesù è sempre Lui, che ci viene incontro in ogni momento della nostra vita. Lui è dove siamo anche noi, ma spesso non riusciamo a percepire la sua presenza. Per questo abbiamo bisogno di uomini come il Battista, che ce lo indichino e ci aiutino ad impegnarci a sostenere la Chiesa affinché, con fedeltà svolga il suo compito di ricordare a tutti “che il Signore passa ed è in mezzo a noi”. L’augurio è che anche noi, come il Battista, possiamo dire: “Io non lo conoscevo, ma ora che l’ho incontrato, la mia vita è cambiata”.