A che servono gli Angeli?
don Marcello Stanzione
“Dio fece i Suoi Angeli spiriti”, afferma il salmista (Salmo 103.4).
Un vecchio catechismo della Chiesa cattolica (Grande Catechismo di San Pio X, ) insegnava una volta che un Angelo è una creatura intelligente e puramente spirituale. Egli non ha né volto né forme sensibili essendo un puro Spirito, creato da Dio per sussistere senza dovere essere unito ad un corpo. Questa qualità spirituale fa, almeno, dell’Angelo un essere superiore a tutti gli uomini prigionieri della materia, ed al Cristo stesso, con la Sua Incarnazione, abbassato al di sotto della natura angelica di cui Egli era l’autore. Gli Angeli, ed il Concilio Vaticano II lo ha confermato, non sono delle metafore o dei simboli delle nostre pulsioni ma delle personalità individuali, capaci di conoscenza e di volontà. Essi hanno una triplice vocazione di adoratori perpetui della Trinità, di messaggeri tra Dio e gli uomini, e di protettori dell’umanità. Nella maggioranza dei libri, per lo più demenziali, in circolazione sugli angeli, questi sono presentati come particolari energie del cosmo.
Per la dottrina cattolica gli angeli sono esseri personali e non semplicemente energie, forze spirituali o attributi divini. La fede cristiana non si fonda sulla necessità o meno dell’utilità degli angeli ma sulla testimonianza delle fonti della Rivelazione. La Sacra Scrittura considera gli angeli come esseri, creature personali che stanno davanti a Dio in quanto tali e agiscono come suoi messaggeri, e mai come esseri spersonalizzati, mai ridotti al rango di realtà anonime o a proiezioni di una qualche forza del cosmo o dell’inconscio umano.
La dottrina biblica sulla condizione personale degli angeli è attestata dalla dottrina della Chiesa. Il Papa Giovanni Paolo II insegnava nell’Udienza Generale del 6 agosto 1986 che “in quanto creature di natura spirituale, gli angeli sono dotati di intelletto e di libera volontà, come l’uomo, ma in grado a lui superiore, anche se sempre finito, per il limite che è inerente a tutte le creature. Gli angeli sono quindi esseri personali e, in quanto tali, sono anch’essi a «immagine e somiglianza» di Dio.
Che gli angeli siano esseri personali non è un semplice teologumeno, ma è un preciso dogma della fede cattolica, più volte dichiarato nei documenti ufficiali della Chiesa. L’enciclica Humani generis del papa Pio XII dichiara che gli angeli sono esseri personali. Il Catechismo della Chiesa Cattolica precisa al numero 330 che “essi in quanto creature puramente spirituali hanno intelligenza e volontà: sono creature personali ed immortali. Superano in perfezione tutte le creature visibili. Lo testimonia il fulgore della loro gloria”. Per la filosofia tomista l’uomo è persona in quanto sussiste nell’ordine della razionalità, della libertà e della comunicazione. La sussistenza è proprietà di tutti gli enti sia materiali sia spirituali. Invece le altre tre sono doti squisitamente spirituali. Perciò anche l’uomo grazie a queste proprietà appartiene all’ordine dello spirito pur non essendo uno spirito puro ma uno spirito incarnato. Così quando la dottrina cattolica definisce gli angeli come persone vuole significare che essi non sono esseri umbratili, evanescenti, ma in possesso di un proprio atto d’essere, di una esistenza autonoma non condivisibile e nello stesso tempo capaci di entrare in comunicazione con gli altri esseri sia del cielo che della terra grazie alla loro libertà ed intelligenza.
La loro conoscenza aiuta l’uomo a meglio comprendersi come creatura al confine dello spirito e della materia, come spirito incarnato che è chiamato, alla stregua degli spiriti puri, alla pienezza della Luce e della Verità, ma con una vocazione che lo colloca nel mondo visibile, entro l’orizzonte della materia e della storia. L’uomo presenta la duplice caratteristica dell’immanenza e della trascendenza: fa parte di questo mondo visibile e al contempo lo supera. L’uomo sperimenta la sua corporeità e quindi ciò che lo lega agli esseri materiali; ma egli sperimenta e condivide anche le ansie del proprio spirito, che anela all’immortalità, a beni duraturi, alla memoria nella riconoscenza degli altri. Gli esseri intermedi – angeli – partecipando come noi alla dimensione creaturale, ed essendo in tal senso vicini agli uomini, possono essere soggetto di molteplici analogie. Al contempo, per via della loro maggiore vicinanza a Dio in forza dell’immaterialità, essi ne irradiano meglio la santità e la verità.