Il piacere della lettura: serata culturale a Matera
Dott. Carmine Paternostro
Nel grigiore di un ombroso pomeriggio piovoso, in compagnia dell’Avvocato Luca da Cassano dello Jonio ci avviamo verso i sassi materani, ove con la collega Maddalena da Grassano presenteremo i nostri ultimi libri.
La partenza con notevole anticipo ci consente di assentarci dal tempo, cancellato da considerazioni, discorsi, piacevole conversazione distesa. Sfuggiamo così alla intervista che seguirà al nostro impegno storico culturale.
Voliamo dalla violenza a Sacco e Vanzetti alla festa di un primo maggio del 1947: strage di Portella della Ginestra. Da poche ore si è esaurita la festa del lavoro, che ci evoca il sangue seminato in ogni parte del mondo, vedi Chicago, fine 800, ove i ribelli chiedevano riscatto dalle 16 ore lavorative, con un po’ di pane e riposo. Dall’alto pioggia di promesse, concessioni, ma, nel pratico, la parola diritto al lavoro, tutela si è sempre tradotta in provocazione, offesa per i padroni del globo. Chi ha lo scettro è ispirato al comando.
Il discorso fluisce e finisce, ovviamente, al mondo politico. Privilegi, vitalizi, ricca mensa e parrucchiere nel palazzo parlamentare, remunerazioni pari al danno, in debito, prodotto negli anni alla nostra nazione, mentre le menti, quelle veraci fuggono altrove.
Loro, lassù, sempre più in alto e noi ad esercitare il diritto di voto. Attesa? Deserto dei Tartari? Un Messia liberatore? Un Sansone contro i Filistei? In semplicità, la diversità tra governanti e governati potrebbe tradursi in razzismo elegante, moderno? Se esagero chiedo perdono. Abbiamo descritto nei libri una realtà di un dopoguerra in miseria, ma nella volontà di ricostruzione. E’ stato così? Dov’è la gente del Sud? Si avvicina il buco nero di un’autonomia differenziata da chi ignora il sangue dell’estrema penisola nelle due guerre mondiali. Doveva tradursi nel riscatto di un Patria, UNA!
Tra osservazioni e pensieri lasciamo lo Jonio e ci inoltriamo tra le dune collinari dipinte di verde, che ondeggiano nella piana della bassa Lucania ed iniziamo l’ascesa sui Sassi.
Uscita 1, Uscita 2, siamo giunti precocemente a Matera! Quale uscita privilegiare? Il provvidenziale telefonino mi induce a disturbare l’amica scrittrice Maddalena.
Gentilmente invia il consorte ad accoglierci. Un breve ristoro sostenuto da salame e biscottini locali e l’avvio verso il cuore dell’antica città, al palazzo nobiliare Malvinni Malvezzi. Nell’ampio salone ci attende un insigne storico lucano, il prof. Giovanni Caserta ed un folto pubblico attento. A noi il compito di onorare quei momenti di classicità prevista.
Il Prof. Caserta, con maestria presenta i nostri lavori ci intervista sulle storie descritte, infine ci lascia parlare. Siamo sicuri, tranquilli. Ogni pagina è un vissuto, un osservato, un appreso. Non ci imbarazza, ci libera in uno spazio descrittivo soddisfacente. Da angolazioni diverse abbiamo descritto quelle pagine di storia, che mai compariranno sui libri.
Il libro di Carmine, dal cognome Paternostro: Un monello sulla pianta dell’Eden.
L’alba del dopoguerra sui tetti del Pollino ed il libro di Maddalena, dal cognome Bonelli: A calci e morsi descrivono due mondi diversi, ma dalla realtà affine, in storia e tradizione. Su un palcoscenico storico condiviso si muovono attori dal dialetto diverso, ma nel vissuto di una realtà comune, bagnata di sangue e sudore.
Sembrano agitarsi nell’etere gli echi di un piemontese prigioniero felice quaggiù, artista in pittura, scrittore. Il suo Cristo si è fermato ad Eboli, noi lo inviamo a calarsi più giù.
La ispirazione di scrivere, di raccontare nei due libri diventa aeriforme, si eleva. E quel mondo diverso, amaro, romantico è nostalgia? Rimpianto?
Ma la nostalgia è memoria che diventa storia e chi non conosce la storia rimane bambino.