Salerno: avvocato Dario Barbirotti “Dopo 13 anni finalmente cessa incubo Consorzio di Bacino!”
Rita Occidente Lupo
Con fare pacato, tratto di umile riflessione per la vicenda giudiziaria che gli ha sottratto giorni sereni, l’avvocato Dario Barbirotti, co-portavoce provinciale di Europa Verde, presso i locali di 3EM in via Raffaele Mauri 34, insieme all’on. Francesco Emilio Borrelli e agli avvocati Silverio Sica e Antonietta Cennamo, ha ripercorso la triste vicenda giudiziaria che l’ha coinvolto con altre 200 persone.
Dopo la ricezione del dispositivo di sentenza emesso dalla Terza Sezione Penale del Tribunale di Salerno, che lo scagiona da tutte le accuse per “non aver commesso il fatto”, Barbirotti ha voluto illustrare agli organi d’informazione le vicende risalenti al 2010, allorquando presidente del Consorzio di Bacino Salerno 2. Accusato di vari reati, tra i quali il peculato, si è sempre dichiarato totalmente estraneo ai fatti.
“Durante la mia Presidenza- ha proluso Barbirotti, a capo del Bacino d’utenza salernitano, fatte cose importanti: unico Consorzio campano ad operar fuori dal proprio territorio. Tanto lavoro per l’emergenza rifiuti: impianti di discarica. in provincia di Caserta, a Postiglione, a Parapoti. Stabilizzati tanti LSU, realizzati impianti anche solari, purtroppo poi rubati quando lasciammo la gestione del Consorzio, perché assente la vigilanza. Avendo lavorato tanto per il benessere civico, non mi aspettavo di passare per il capo di un’associazione a delinquere! Mai combattere avversari politici con calunnia e diffamazione, sintomo d’inciviltà! La Procura deve cercare verità, compito principale del PM: cosa mai avvenuta con me, se la Procura non si fosse basata su false accuse sul mio conto questo processo non sarebbe stato costruito. Processo durato tanto con costi anche morali notevolissimi: son passato da persona perbene, ad indiziato. Oggi 200 dipendenti del Consorzio tutti assolti: da avvocato sostengo che non s’amministra così la Giustizia! Trovar colpevoli quando ci sono, questo sì, ma non penalizzare innocenti. Senza dubbio i miei avvocati capaci, eccellenti, ma io non avevo fatto nulla da dover essere incriminato o colpevolizzato!”
“13 anni troppo lunghi- ha aggiunto l’avv. Cennamo-. In questo processo abbiam dovuto affrontare quanto doveva esser fatto nelle indagini, nonostante la nostra sollecitazione. Durante l’ istruttoria dibattimentale abbiam dovuto fare quanto andava fatto prima: 13 anni per aver giustizia! L’accusa d’ Associazione a delinquere, associata a peculato, generica”. “Inevitabile tutto ciò- ha rimarcato l’ avvocato Sica- perché il sistema giudiziario italiano ha problemi storici, che nessun vuol risolvere. Barbirotti purtroppo, al quale va la mia profonda stima come uomo, collega ed amministratore, finito nel tritacarne giudiziario, dal quale si esce sol con un processo accidentato e difficile. Imputazioni generiche che han colpito tante persone, senza una valutazione dei profili giuridici. Il quadro giudiziario nostrano deficita e la Cartabia non ha migliorato lo status quo. Occorre metter mano alla categoria dei Magistrati, intoccabile, immettendo buonsenso.”
“I media hanno certamente la loro parte: dovrebbero dar giusto spazio alle notizie, senza sperequazioni- ha concluso l’on. Borrelli-. Barbirotti condannato da avversari politici, che si dicono garantisti eppure non hanno fatto sentire il proprio plauso alla vis giudiziaria per lui felicemente conclusa. Barbirotti merita oggi uno spazio mediatico analogo a quello che gli fu riservato quando accusato. Purtroppo la rete virtuale intrappola e manda avanti anche fake news, creando caos e spesso diffamazione, perché senza controllo in Rete finisce di tutto. Ed i Social, untori spesso di danno all’immagine altrui e di diffamanti informazioni!”