Salerno: Santi Martiri Salernitani
Maria Amendola
Il 21 settembre, di ogni anno, tre busti di Santi salernitani precedono la statua di San Matteo durante la processione in suo onore che attraversa il centro storico, si tratta dei busti dei Martiri Ante, Caio e Fortunato. Il culto di questi martiri nella città di Salerno è antichissimo, infatti, risale a prima metà del sec. IX, in quanto presso il luogo del loro martirio, il fiume Irno, si ricorda dell’esistenza di una chiesa fuori le mura ancora nel sec. XVI dove vi furono custodite le loro reliquie. I continui assalti dei saraceni persuasero il vescovo Bernardo a trasferire le reliquie in città nella prima metà del sec. X, nella chiesa di S. Giovanni Battista. Quando fu demolita per far posto al Duomo in onore di San Matteo edificato per volontà del normanno Roberto il Guiscardo e di sua moglie Sichelgaita. Nel marzo 1081 l’arcivescovo Alfano I, cugino di Sichelgaita, fece collocare le reliquie nella cripta sotto l’altare della cappella che egli stesso dedicò ai tre martiri. Una preziosa testimonianza di questa nuova traslazione è l’iscrizione originale marmorea, essa è posta a copertura del loculo in cui erano collocate le reliquie. Tale iscrizione fu rinvenuta nel 1954 con le rispettive urne delle reliquie, quando Demetrio Moscato d’arcivescovo di Salerno, operò una ricognizione canonica delle reliquie, per migliorare la sistemazione dell’altare. Inoltre nel 1953 fu effettuata la ricognizione canonica, dall’esame delle reliquie, emerse che uno dei tre Santi al tempo del suo martirio aveva approssimativamente quindici anni, e si tratta probabilmente San Gaio. Il culto dei tre Martiri a Salerno è attestato dalle Bolle di Leone IX e di Alessandro II, documenti del sec. X, dalla stessa toponomastica medievale che aveva intitolato a Fortunato una porta delle città e dagli inni composti in loro onore da Alfano I. Nella Cripta del Duomo di Salerno vi è la cappella dedicata ai tre Santi Martiri salernitani, anche detta della Scuola Medica Salernitana, al centro di essa vi è la tomba dove sono custoditi i resti mortali di Ante, Caio, Fortunato, uccisi per aver rifiutato di venerare il dio pagano Priapo ai tempi delle persecuzioni cristiane dell’imperatore romano Diocleziano, sotto il proconsole Leonzio. Nella loro tomba all’interno di una grossa urna sono custodite anche le reliquie di San Felice, altro martire salernitano. Nella cappella vi è posizionato anche il ceppo marmoreo dove furono decapitati i tre secondo la leggenda, ed inoltre si tramanda che è possibile sentire scorrere il sangue dei martiri ponendo l’orecchio vicino al ceppo marmoreo. In un affresco nella cripta è stato narrato l’episodio del martirio tramite decollazione. Il Procuratore della Scuola Medica, lo storico salernitano Antonio Mazza, nel 1679 commissionò la realizzazione dei tre busti di bronzo dei Martiri all’artista napoletano Giovan Domenico Vinaccia. Tornando alla processione del patrono Matteo, in quella occasione sfilano anche San Giuseppe e San Gregorio VII, il papa morto in esilio a Salerno e ivi seppellito. I martiri San Gaio, Sant’Ante e San Fortunato, nonostante siano tre figure maschili, sono chiamati secondo la tradizione “le sorelle di Matteo”, confondendoli per i capelli lunghi e per i volti dai dolci lineamenti con le vere “sorelle”, le martiri del III secolo Sant’Archelaide(o Archelaa), Santa Tecla e Santa Susanna. I loro busti lignei sono esposti nel vestibolo della chiesa di San Giorgio, e furono realizzati nel 1697 dallo scultore Matteo Fumo. Esse uscirono in processione fino al 1799. Dopo il furto furono sostituite in processione dai 3 Santi Martiri e nonostante il ritrovamento non furono più portate in processione, si continuò a portare invece i busti dei tre martiri. Il 28 agosto il Martirologio Romano ricorda il martirio dei tre Santi, che invece sono venerati a Salerno il giorno 30. In foto la Cappella dei Martiri salernitani e Sant’Archelaide(o Archelaa), Santa Tecla e Santa Susanna.