Firenze: Popolo della Famiglia, lettera aperta a Confcommercio Scicli e a Ragusa su risse in centro
Il Popolo della Famiglia per Firenze, tramite il suo referente Pier Luigi Tossani, si rivolge in lettera aperta al Presidente della Confesercenti di Scicli, Daniele Russino e al Presidente della Confesercenti di Ragusa, Gianluca Manenti, sul tema delle risse in piazza a Scicli e in altri centri della provincia di Ragusa. La versione integrale della lettera aperta è allegata alla presente.
Tossani esordisce dicendo: “Vi scriviamo da Firenze in quanto conosciamo abbastanza bene la bella città di Scicli, che ci piace molto, come tutta la Sicilia e in special modo la provincia di Ragusa, e per questo stiamo frequentando “forse la città più bella del mondo”, come ebbe a dire Elio Vittorini, da più di dieci anni”.
Tossani nella sua lettera cita estesamente l’agenzia informativa “La Nuova Bussola Quotidiana” sulla questione dell’educazione nel nostro Paese. Nella Bussola si osserva fra l’altro che
“Noi abbiamo cose più importanti da fare che perdere tempo ad educare i nostri figli attraverso quelle categorie noiose del bene e del male. Così la nostra vigliaccheria passa agli adolescenti, come una maledetta eredità che li trasforma in degenerati, cattivi”.
Tossani seguita e conclude quindi: “Tenevamo a segnalar che non è un problema di ordine pubblico, che si risolve con le forze di polizia, ma di educazione del popolo. Si tratta di un problema esistenziale che coinvolge tutta la nostra società e le nostre famiglie. Non è quindi al suo fondo un problema di “cattiva pubblicità” ai paesi del ragusano, ma di sostanza. Non è che “lo shopping deve continuare ad essere praticato in modo piacevole”, ma che comprare e vendere non dovrebbero essere le priorità assolute della nostra vita, altrimenti di sicuro ci creiamo dei problemi.
Teniamo a sottolineare il fatto che abbiamo visto come lo Stato di per sé, per sua stessa natura, non sia essenzialmente in grado di educare, e anzi il primo diritto di titolarietà in questo senso spetti alle famiglie. In pratica sappiamo bene che tale diritto è del tutto disatteso, non essendo mai stato riconosciuto alle famiglie, dalla nascita della Repubblica italiana in poi, nemmeno il buono scuola a costo standard per allievo, da spendere nella scuola di loro scelta, statale o paritaria che sia.Allora, se vogliamo davvero risolvere il problema in questione, e salvare non solo il commercio, ma – a monte – le nostre famiglie, dobbiamo lavorare in questo senso.