Salerno: Cgil “Insieme per la Costituzione”, manifestazione nazionale a Roma

Salerno: Cgil “Insieme per la Costituzione”, manifestazione nazionale a Roma

Ambiente Diritti Lavoro Salute Pace. Difendiamo la Costituzione che va attuata e non stravolta
La Costituzione italiana – nata dalla Resistenza – delinea un modello di democrazia e di società che pone alla base
della Repubblica il lavoro, l’uguaglianza di tutte le persone, i diritti civili e sociali fondamentali che lo Stato, nella
sua articolazione istituzionale unitaria, ha il dovere primario di promuovere attivamente rimuovendo “gli ostacoli
di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno
sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica
e sociale del Paese”.
Per questo rivendichiamo che i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione tornino ad essere pienamente
riconosciuti e siano resi concretamente esigibili ad ogni latitudine del Paese (da nord a sud, dalle grandi città alle
periferie, dai centri urbani alle aree interne), a partire da:
• il diritto al lavoro stabile, libero, di qualità – fulcro di un modello di sviluppo sostenibile – superando la precarietà
dilagante, contrastando il lavoro povero e sfruttato, aumentando i salari e le pensioni
• Il diritto al lavoro sicuro che tuteli la salute e la sicurezza dei lavoratori, garantendo loro un ambiente di lavoro
sano e privo di rischi. L’alto numero di lavoratori e lavoratrici morti sul lavoro nel ns. Paese impone di accelerare
le azioni che il governo, le Regioni, le imprese devono mettere in campo per mettere fine a una situazione indegna
per un Paese civile.
• il diritto alla salute e un Servizio Sanitario Nazionale e un sistema socio sanitario – pubblico, solidale e universale
– a cui garantire le necessarie risorse economiche, umane e organizzative, per contrastare il continuo
indebolimento della sanità pubblica, recuperare i divari nell’assistenza effettivamente erogata, a partire da quella
territoriale, e valorizzare il lavoro di cura; investimento sul personale con un piano straordinario pluriennale di
assunzioni che vada oltre le stabilizzazioni e il turnover, superi la precarietà e valorizzi le professionalità; sostegno
alle persone non autosufficienti; tutela della salute e sicurezza sul lavoro, rilanciando il ruolo della prevenzione.
• il diritto all’istruzione, dall’infanzia ai più alti gradi, e alla formazione permanente e continua, perché il diritto
all’apprendimento sia garantito a tutti e tutte e per tutto l’arco della vita.
• il contrasto a povertà e diseguaglianze e la promozione della giustizia sociale, garantendo il diritto all’abitare e
un reddito per una vita dignitosa.

• il diritto a un ambiente sano e sicuro in cui vengono tutelati acqua, suolo, biodiversità ed ecosistemi.
• una politica di pace intesa come ripudio della guerra e con la costruzione di un sistema di difesa integrato con la
dimensione civile e nonviolenta. La pace si costruisce investendo sull’educazione delle giovani generazioni alla
giustizia, alla convivenza ed al rispetto. La pace significa anche armonia dell’uomo con il Creato, “casa comune”
dei credenti.
Questi diritti possono essere riaffermati e rafforzati solo attraverso una redistribuzione delle risorse e della
ricchezza che chieda di più a chi ha di più per garantire a tutti e a tutte un sistema di welfare pubblico e
universalistico che protegga e liberi dai bisogni, a cominciare da una riforma fiscale basata sui principi di equità,
generalità e progressività che sono oggi negati tanto da interventi regressivi – come, ad esempio, la flat tax –
quanto da una evasione fiscale sempre più insostenibile. Inoltre, giustizia sociale e giustizia ambientale e climatica
devono andare di pari passo nella costruzione di un modello sociale che sia “nell’interesse delle future
generazioni”, come recita l’art. 9 della nostra Costituzione.
Questo modello sociale – fondato su uguaglianza, solidarietà e partecipazione – costituisce l’antitesi del modello
che vuole realizzare l’attuale maggioranza di Governo con le prime scelte che ha già compiuto e, soprattutto, con
le misure che si appresta a varare, a partire da quelle che – se non fermate – sono destinate a scardinare le
fondamenta stesse dell’impianto della Repubblica, come:
• l’autonomia differenziata, rilanciata con il DDL Calderoli, che porterà alla definitiva disarticolazione di un sistema
unitario di diritti e di politiche pubbliche volte a promuovere lo sviluppo di tutti i territori;
• il superamento del modello di Repubblica parlamentare attraverso l’elezione diretta del capo dell’esecutivo
(presidenzialismo, semi-presidenzialismo o premierato che sia) che ridurrà ulteriormente gli spazi di democrazia,
partecipazione e mediazione istituzionale, politica e sociale, rompendo irrimediabilmente l’equilibrio tra
rappresentanza e governabilità.
La Costituzione antifascista nata dalla Resistenza – nel riconoscere il lavoro come elemento fondativo, la sovranità
del popolo, la responsabilità delle istituzioni pubbliche di garantire l’uguaglianza sostanziale delle persone, i diritti
delle donne, il diritto all’identità di genere, il dovere della solidarietà, la centralità della tutela dell’ambiente e degli
ecosistemi, il ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali – ha delineato
un assetto istituzionale che, attraverso la centralità del Parlamento, fosse il più idoneo ad assicurare questi principi
costitutivi e a realizzare un rapporto tra cittadini/e e istituzioni che non si esaurisce nel solo esercizio periodico del
voto ma si sviluppa quotidianamente nella dialettica democratica e nella costante partecipazione collettiva della
rappresentanza in tutte le sue declinazioni politiche, sociali e civili.
Per contrastare la deriva in corso e riaffermare la necessità di un modello sociale e di sviluppo che riparta
dall’attuazione della Costituzione, non dal suo stravolgimento, ci impegniamo in un percorso di confronto, iniziativa
e mobilitazione comune che – a partire dai territori e nel pieno rispetto delle prerogative di ciascuno – rimetta al centro la necessità di garantire a tutte le persone e in tutto il Paese i diritti fondamentali e di salvaguardare la
centralità del Parlamento contro ogni deriva di natura plebiscitaria fondata sull’uomo o sulla donna soli al
comando.
Per queste ragioni, ci impegniamo a realizzare:
Il 07 OTTOBRE una grande manifestazione nazionale a Roma per il lavoro, contro la precarietà, per la difesa e
l’attuazione della Costituzione, contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della nostra Repubblica
parlamentare.
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