Salerno: l’eroe Giacinto Vicinanza
Maria Amendola
Un figlio illustre della città di Salerno alla cui memoria è stato intitolato un Istituto comprensivo. Giacinto Vicinanza nacque il 5 ottobre 1882 da Stanislao e Alessandrina Barbaro. A Napoli nel 1903 conseguì la licenza da fisico-matematico, in seguito si arruolò nel Regio Esercito come allievo ufficiale nel 12° Reggimento fanteria. Nel maggio 1904 fu nominato sottotenente di complemento in forza all’11° Reggimento fanteria, della Brigata Casale. L’anno successo superò gli esami per diventare ufficiale in servizio permanente effettivo. Ottenne molti consensi presso la Scuola di applicazione di fanteria oltre che molti complimenti per l’invenzione del “telemetro da campagna”, uno strumento ottico capace di calcolare le distanza tra chi utilizza questo strumento e l’oggetto visualizzato. Successivamente fu assegnato al 42° Reggimento fanteria. Nel 1908 divenne tenente e nel 1909 fu trasferito in Somalia perché assegnato al truppe coloniali, rientrando in Italia l’anno successivo. Nell’ottobre del 1911 dopo lo scoppio della guerra italo-turca ripartì per la Libia con il 63° Reggimento fanteria. Fu decorato con una Medaglia d’Argento al Valor Militare per essersi distinto nella battaglia di Henni dal 26 al 29 ottobre e di Sciara Sciat di Hamidié il 6 novembre. Il 18 luglio 1912,per essersi distinto nei combattimenti contro gli Orfella (indigeni della Libia), fu decorato con una Medaglia di Bronzo al Valor Militare. Rientrò in Patria nel settembre successivo. Nell’ottobre 1913 egli fu ammesso a frequentare i corsi della Scuola di guerra. Nel dicembre 1914 divenne capitano. Il 24 maggio 1915, all’inizio della guerra contro l’Impero austro-ungarico, egli si trovava a disposizione del comando della 29ª Divisione per il servizio di Stato maggiore, e vi rimase per circa un anno. Nel maggio 1916 assunse il comando della quinta Compagnia del 47° Reggimento fanteria della Brigata Ferrara. Il 28 giugno fu scelta la sua compagnia insieme alla sesta per attaccare una trincea nemica a San Martino del Carso. Alle ore 15:00 egli si lanciò all’attacco, era come sempre alla testa della sua compagnia incitando i suoi soldati, riuscirono con un atto eroico a conquistare la trincea avversaria irrompevi. Fu ferito ad un fianco gravemente ma non abbandonò il combattimento, infatti fu colpito nuovamente dai colpi di una mitragliatrice posizionata su Monte San Michele, e negli ultimi minuti di vita diede disposizione ai sui per non farli soccombere al fuoco nemico dopo aver conquistato tutta la posizione e la trincea con sacrificio e coraggio. Quella trincea poi fu chiamata “Vicinanza”, infatti, un combattente nel suo diario scrive dell’evento tragico e cita la trincea austriaca chiamata “Vicinanza” in onore del capitano sul San Martino del Carso. Fu insignito a posteriori con la Medaglia d’Oro al Valor Militare con Decreto Luogotenenziale del 22 luglio 1916. Oltre all’Istituto l’Amministrazione Comunale gli ha intitolato una via. Il nome dell’eroe salernitano è presente sul sito ufficiale del Gruppo delle Medaglia d’Oro al Valor Militare d’Italia.