In relazione alle notizie che da qualche giorno circolano su testate on line locali circa la mancata sepoltura presso il civico cimitero di Atrani di un cittadino originario di Ravello, e relative sterili polemiche, corre l’obbligo di precisare quanto segue.

Il collegamento tra la vicenda recente della sepoltura del compianto dott. Amato e quella ben più lunga e complessa del contenzioso tra i comuni di Atrani e Ravello, che seguirà la sua strada a prescindere dalle polemiche fuorvianti degli ultimi giorni, è improprio, e di questo si assumono le responsabilità del caso i firmatari degli articoli in questione.

Si tratta di due questioni assolutamente non connesse tra loro. L’accesso della salma del defunto, che risultava residente ad Amalfi al momento del decesso, non è consentito dal regolamento attuale e non lo sarebbe stato nemmeno con la vecchia norma. Nulla a che vedere, quindi, con la recente modifica dell’art. 55 del regolamento di polizia mortuaria del Comune di Atrani (che riporta alle originarie limitazioni l’accesso al cimitero ai residenti di Castiglione per palesi carenze di loculi, in seguito all’estensione unilaterale da parte del Comune di Ravello ai soli fini cimiteriali alle salme dei residenti anche di altre frazioni) come invece traspare dai citati articoli giornalistici.