Denuncia e grido di dolore di un Dirigente Scolastico: amarcord “quella carezza della sera”
Dirigente Scolastico Michele Cirino
Uomo di scuola da quasi un quarantennio, in difesa dell’infanzia e dell’adolescenza, oggi persa nei meandri delle inquietudini e debolezze del mondo adulto, altrettanto smarrito. Potrebbe essere il manifesto per un possibile piano di miglioramento per le comunità scolastiche e per il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza, perso attualmente nei meandri delle debolezze e fragilità del mondo adulto. Mondo adulto che ha smarrito l’essenza dell’educazione, della cura fatta di umiltà, di trasmissioni di valori autentici, in una formazione anche un po’ spartana, per fortificare e responsabilizzare, senza disdegnare la sera una carezza ai propri figli. Fortunati tutti quei bambini e figli che la sera assaporano una carezza dai loro genitori. Io ai miei tempi ho percepito queste carezze. Semmai non direttamente… attraverso un’attenzione…. Uno sguardo di rimprovero… un consiglio ed un aiuto e tante altre cose che mi hanno aiutato ora che viaggiamo nel nostro secondo tempo della vita, ad essere più forti. Cosa ci consegna …. Quella carezza della sera…
Il padre che si allontana da un bambino, pur avendolo amato. La verità celata, non raccontata, lasciata ai grandi forse per proteggere i piccoli, forse perché non si sa con che parole raccontarla. Quel ricordo fa male, ma di quel periodo, di quella casa, qualcosa manca: manca quell’essere bambino, quell’essere felice, quel calore che dava la carezza della sera, quel sentirsi in famiglia, quell’intimità raccolta e percepita anche nel venire essere messo a letto, nel buio e con i fantasmini creati dalla fantasia della giovane età.
BASTEREBBERO UNA CAREZZA ED UNA CURA IN PIÙ per l’infanzia e l’adolescenza, oggi smarrite in un mondo senza più esempi. “Bambini annoiati, ai quali si fanno feste di compleanno grandiose, con torte giganti che non mangiano, con animatori che non ascoltano, con genitori che sembrano schiavi, dei figli e degli occhi della gente. Genitori attaccati a smartphone, subitamente pronti a riprendere i figli che mangiano-dormono-bevono-RESPIRANO, troppo impegnati nelle frivolezze quotidiane e nel riempire i vuoti dei loro figli con quintali di giochi-giocattoli-vestiti-dolciumi-vizi inutili, perdendo d’occhio quel che conta sul serio: crescere dei figli oggi, per permettere loro di diventare adulti domani. Bambini senza fantasia, che non sanno cosa fare se gli togli un tablet o uno smartphone dalle mani, che non ringraziano, che non salutano, a cui si elemosinano baci, che non accettano mai un NO come risposta.
Bimbi iper protetti in tutto dagli errori, dagli insegnamenti, dalla vita…che non conoscono ragioni plausibili per chiedere scusa, per leggere un libro, per socializzare con chi non ha le scarpe firmate o l’ultimo modello di Barbie! Bambine truccate e smaltate, con vestiti da ragazza, con lo specchietto nella piccola borsetta …che sbadigliano e non disegnano. Ragazzini che scrivono con le K al posto della C, perché la grammatica è obsoleta. Generazione che cambia, tempi che cambiano, genitori che fanno gli amici, nonni gli schiavi: gli insegnanti sono gli aguzzini che li stressano, poverini, stanchi come sono alla loro età imprecisata, fatta di troppi SI’. Forse dovremmo fermarci e RIEDUCARE (e in alcuni casi EDUCARE) non come ieri né come oggi, dare ai piccoli la possibilità di essere piccoli e ai grandi l’occasione di crescere davvero!”