Salerno: Cgil, su scandalo Pronto Soccorso “Ruggi”

Salerno: Cgil, su scandalo Pronto Soccorso “Ruggi”
 Quanto accaduto in questi giorni dopo le immagini trasmesse a Piazza Pulita è la rappresentazione plastica di come lo scandalo e la polemica politica prendano ogni volta il sopravvento sulla reale necessità di analizzare con attenzione le problematiche più volte segnalate dai sindacati, e sul come aprire una seria discussione tra istituzioni e parti sociali su come risolverle.
Ad oggi gli unici a pagare le conseguenze dello scontro politico e dello scandalo mediatico, sono purtroppo i cittadini che si rivolgono quotidianamente al servizio pubblico per ricevere le cure, e i lavoratori del Ruggi, buttati nel tritacarne mediatico in una rappresentazione “distorta” rispetto al loro reale lavoro quotidiano, fatto di umanità, professionalità, e abnegazione in condizioni strutturali sicuramente non a loro addossabili.
Quando i sindacati, da tempo, hanno chiesto un cambio di passo all’azienda, non abbiamo visto nessuna parte politica porsi il problema di ascoltare le parti sociali per comprendere bene il da farsi.
Quando i sindacati hanno chiesto il potenziamento degli organici, a partire da quelli della dirigenza medica, o la revisione strutturale del pronto soccorso, non abbiamo ricevuto nessuna richiesta di dialogo e confronto dalla politica.
Quando i lavoratori, ogni giorno, devono accogliere centinaia e centinaia di accessi provenienti da tutto il territorio provinciale, subendo quindi anni di disinvestimento sugli ospedali periferici, e in mancanza di una medicina territoriale che possa gestire i casi meno di emergenza, non abbiamo visto e sentito nessuno a loro supporto.
Pertanto l’aspra polemica tra chi ha fatto male e chi farebbe meglio, per l’ennesima volta non affronta le reali problematiche che lavoratori e cittadini della provincia di Salerno vorrebbero vedere risolti.
Ai lavoratori del Pronto Soccorso bisogna dire solo grazie, e forse dovremmo immaginare come però restituire ai cittadini la tranquillità di poter continuare a scegliere la sanità pubblica come luogo dove poter curarsi.
Dovremmo partire dalla necessità di decongestionare la struttura e immaginare l’attivazione di una lungodegenza, considerato che buona parte dei pazienti in stazionamento al pronto soccorso sono molto spesso anziani e con patologie croniche gravi. Una struttura quindi gestita con una turnistica con gestione interdipartimentale per decongestionare lo stazionamento e liberare parte dei posti in barella.
La definizione di un numero pre ordinato di posti letto, di area medica e chirurgica, quotidianamente a disposizione esclusivamente per il Pronto soccorso, al fine di assicurare le esigenze ordinarie di ricovero urgente.
L’adozione di specifiche misure organizzative aziendali e interaziendali che garantiscono il rapid back transfer dei pazienti dai centri Hub di riferimento ai centri Spoke, con l’obiettivo prioritario di decongestionare i centri a maggior afflusso di pazienti.
E strutturalmente: la necessità di una “admission room” dedicata ai pazienti in attesa di ricovero, terminato il percorso di emergenza/urgenza. E una “discharge room” per favorire il flusso in uscita con personale sanitario dedicato, in modo tale da permettere a medici, infermieri e OSS di assistere in maniera ancora più efficace il personale in arrivo quotidianamente al pronto soccorso.
Tutto questo é solo qualche esempio di ciò che ci aspetteremmo dalla discussione politica, non solo polemiche tra parti contrapposte, meramente a puro scopo elettorale.
Gli operatori sanitari meritano rispetto, fiducia e supporto. Chi vorrà continuare a scaricare responsabilità su di loro troverà un sindacato pronto alla mobilitazione.
Saremo sempre dalla loro parte, ma non ad occhi chiusi e con posizioni pregiudiziali, ma con l’obiettivo di migliorare le loro condizioni di lavoro e le condizioni dei cittadini che si rivolgono alle strutture sanitarie su tutto il territorio.
Ma non consentiremo che sulla loro pelle si conduca una campagna elettorale volta alla distruzione totale della nostra sanità, che necessita di impegno e visione comune e non di contrapposizione.
Continuando così un girono discuteremo delle macerie e su chi le avrà provocate, noi vorremmo invece discutere di futuro con chi avrà la forza e l’onestà di volerlo costruire insieme alle lavoratrici e ai lavoratori.