Contro femminicidio: San Giuseppe modello dei maschi del futuro
Prof. Antonio Adinolfi
La lettura di una riflessione della scrittrice Michela Murgia ( scomparsa nell’agosto di quest’anno ) nel periodo che stiamo vivendo di forte, giusta rabbia contro continue fastidiosi
ssime notizie di femminicidi colpisce. Cristiana, teologa a suo modo e per questo non vista bene da una parte di intellettuali cattolici tuttavia scrisse cose trovate interessantissime su san Giuseppe in un suo contributo nel libro << Maschilità in questione. Sguardi sulla figura di san Giuseppe >> pubblicato nel 2021 a cura di A. Autiero e M. Perroni. L’ Osservatore Romano e il Messaggero di sant’Antonio alla fine dello stesso 2021, in cui terminava l’anno dedicato a san Giuseppe, ne pubblicarono, chi un po’ più estesamente chi meno, un significativo brano. Da essi abbiamo attinto le citazioni. La Murgia lodò papa Francesco che << con una di quelle mosse pastorali che durante il suo papato hanno spesso spiazzato >> aveva dedicato l’anno 2021 alla figura di san Giuseppe << invitando a guardare a lui anche per ridefinire il concetto di maschilità >> (cfr. Messag. di S. Antonio online 22 ottobre 2021 art. S. Giuseppe l’antimacho).
Poi affermò che << la maschilità del presente e del futuro potrebbe trovare ampio spunto in una figura così difficile da collocare nelle categorie della dominanza e del possesso, uno che dentro la logica del branco strutturata dal patriarcato nascerebbe reietto per essere e restare un maschio beta >>. ( cfr. L’Osserv. Rom. online – 4 dicembre 2021- art. Scelto da Maria fuori dalle norme del patriarcato ). Bene. Poichè S.Giuseppe è un anti-patriarcale, un anti-macho, un maschio-beta la sua figura è da studiare e imitare profondamente. E’ il suo essere troppo mite, troppo buono che non lo ha fatto diventare simpatico a popoli di fedeli in cui il maschio doveva essere dominante. Perciò il suo culto ci ha messo del tempo a svilupparsi.
Tuttavia abbiamo letto varie affermazioni che ci sono parse presentare lo sposo della Madre di Dio più che come un buono uno smidollato. Gli uomini siano sempre più buoni, sì, assolutamente sì, ma smidollati no. << La maschilità patriarcale si fonda su una sostanziale vocazione al «perché», mentre la femminilità, per dirsi tale, non può sottrarsi all’ineludibile ricerca di un «per chi». Nel sistema patriarcale l’uomo viene validato in base a cosa fa, agli scopi che persegue, alle scoperte e alle imprese portate a termine o, in assenza di cose compiute, anche in ragione dell’orizzonte desiderato. La donna è invece per definizione una creatura dominata dalla propria natura intima e per questo è raccontata in base a chi ama, alle relazioni che coltiva, agli affetti e ai desideri che suscita e alla sua minore o maggiore concentrazione sulla dimensione familiare, che parte dalla cura domestica e culmina nella maternità. ….Giuseppe è maschio in un modo che col maschilismo (e quindi con i maschilisti) non c’entra niente, perché in lui il “perché” e il “per chi” coincidono in modo esatto >>. ( cfr.Messaggero di S.Antonio art.cit.). Nella Vergine Maria, allora ci chiediamo, non coincidevano. Disse sì all’ Angelo Gabriele per sé, perché dominata dalla propria natura intima ( è il “per chi” ) e non dalla necessità di ubbidire alla volontà di Dio ( è il “perché”) ?
Vediamo se San Giuseppe è stato uno smidollato, un uomo così innamorato della Vergine Maria da prenderla con sé anche se incinta non di lui. ( Ma non si era detto che in lui il “perché” e il “per chi” coincidono in modo esatto ? ). << A san Giuseppe capitò quello che nessun fidanzato vorrebbe mai scoprire che la sua promessa sposa aspetta un figlio del quale il padre non è lui. Secondo il ruolo di genere assegnato culturalmente al maschio, Giuseppe appare volgarmente un cornuto, un uomo tradito nella sua legittima aspettativa di esclusiva fisica sulla proprietà affettiva della moglie. Poco importa che il rivale sia lo Spirito Santo, anzi l’incolmabile dislivello di sostanza tra l’uomo e Dio è un elemento che rende lo scorno eterno e insanabile >>. ( cfr. Messaggero di S.Antonio art.cit.). Ma già dai primi secoli i padri e i dottori della Chiesa in Oriente e in Occidente ( ricordiamo S. Epifanio, S.Atanasio, S.Giovanni Crisostomo, il secondo concilio di Costantinopoli e poi S.Bernardo, S.Tommaso d’Aquino, le Rivelazioni di santa Brigida, ecc. ) ritennero che san Giuseppe voleva assolutamente lasciare in segreto Maria perchè aveva capito che in lei era avvenuto qualcosa di portentoso e lui inizialmente non si sentiva degno di farle da sostegno come sposo. Nell’arte il tormento di Giuseppe è poco raffigurato. Quando lo è san Giuseppe è visto dormiente mentre l’Angelo in sogno gli fa cambiare idea: Non temere di prendere Maria come tua sposa… Così anche nella parte superiore di una tavoletta degli avori Salernitani degli inizi del XII secolo. Fa eccezione questa tavoletta però perchè in basso è sveglio e la Madonna lo vuol rassicurare ma invano. Solo la Madonna e l’Angelo hanno l’aureola. ( fig. 1 ). La tavola dipinta degli inizi del Quattrocento che è nel Museo dell’Opera di Notre-Dame a Strasburgo fa eccezione invece perchè l’Angelo parla a san Giuseppe mentre è sveglio.