Strasburgo: Packaging, on. Vuolo “Orgogliosi delle scelte, rispettati ambiente, imprese e consumatori”
«Con orgoglio di aver votato, come europarlamentare del PPE e di Forza Italia, la proposta di regolamento imballaggi. Dopo quasi tre ore di voto, penso una delle votazioni più corpose, ambiziose e lunghe della storia dell’europarlamento, abbiamo saputo dare la giusta premialità a chi ricicla eliminando target insostenibili di riuso» ha esordito l’Onorevole Luca Vuolo, europarlamentare Gruppo PPE – Forza Italia.
Qualche dato. Ciascuno cittadino europeo produce, ogni anno, 180 kg di rifiuti. In dieci anni, l’aumento di spazzatura pro capite è stato del 20%. 13 miliardi extra di kg di rifiuti in 10 anni. Numeri che hanno richiesto un’azione forte e decisa dall’UE. Il 40% di plastica ed il 50% della carta prodotte in Europa diventano spazzatura. Senza misure contenitive ed alternative, entro il 2030, si stimano in 209 i kili di spazzatura pro capite prodotti in Europa. Durante la plenaria di Strasburgo, appena conclusa, i concetti di riciclo e di riuso sono stati o concetti su cui lo scontro si è fatto duro. A tutto questo è necessario coniugare il mercato italiano: il settore dell’imballaggio in Italia prevede una crescita di circa il 2% entro il 2026. Mentre l’Italia è leader indiscussa del riciclo con 11 milioni di tonnellate di pack avviati a riciclo (tasso di riciclo 75%). Nel dettaglio già dai primi mesi del 2023, oltre il 77% degli imballaggi in acciaio, il 67% degli imballaggi in alluminio, più dell’85% degli imballaggi in carta e cartone, circa il 63% degli imballaggi in legno, quasi il 59% degli imballaggi in plastica e bioplastica, e l’80% circa degli imballaggi in vetro.
«Abbiamo salvaguardato la sicurezza alimentare e la tutela della salute pubblica rivedendo con attenzione la politica degli imballaggi monouso vietati in EU. Abbiamo impedito che la Commissione agisse senza consultare noi europarlamentari sia per il riuso che per il riciclo di un prodotto. Per fare qualche esempio, nei fast-food europei cade il concetto di bicchieri riutilizzabili. Non possiamo pensare l’acqua come un bene illimitato, lo spreco non è ammissibile. Discorso non dissimile per frutta e verdura presenti nei supermercati dove le confezioni garantiranno gli standard a cui, soprattutto in Italia, siamo abituati. Come? La cosa più semplice del mondo: portando da casa propria buste e stoviglie ad esempio. Nel delivery, ovvero la consegna del cibo a casa, sarebbe auspicabile che bicchieri, tovaglioli e posate monouso fossero inseriti solo se esplicitamente richiesti dal consumatore. Insomma, norme di buon senso e pochi traumi immediati ai produttori europei» ha infine dichiarato l’Onorevole Lucia Vuolo.
La battaglia più grande è stata sul concetto del riuso che, nelle mire della Commissione, era legato all’uso, anzi, allo spreco dell’acqua. Sì al riuso, ma con condizioni tali da non sprecare acqua, risorsa giudicata unanimemente come scarsa e da cui dipende la nostra vita. Infine, il riuso degli imballaggi, Nessun problema a patto che sia valutato oggettivamente il ciclo di vita degli imballaggi. Ora il testo passerà ai triloghi con Commissione e Consiglio. Staremo a vedere cosa accadrà per la probabile seconda lettura in Plenaria.