San Giuseppe con la lanterna
Prof. Antonio Adinolfi
E’ stato dagli inizi del Cristianesimo un desiderio di molti conoscere nei dettagli ciò che avvenne nella grotta di Betlemme la notte di Natale. Le parole dei Vangeli dicono il necessario che non saziava la curiosità di sapere che cosa avevano precisamente fatto la Madonna e san Giuseppe poco prima che Gesù venisse alla luce. I Vangeli apocrifi cercarono di dire alcune cose in più ma furono giudicati dalla Chiesa non attendibili perché frutto di fantasie umane. Santi e mistici invece, per dirne qualcuno, come santa Brigida di Svezia, S. Vincenzo Ferreri, Anna Katharina Emmerick, dissero poi che ciò che avevano saputo era stato loro manifestato da Dio stesso. Nel libro 7 delle sue Rivelazioni S. Brigida di Svezia confessa di aver contemplato in una sua visione un san Giuseppe triste la notte di Natale perché la grotta era al buio. Si era sentito costretto a lasciare momentaneamente Maria per andare a cercare una candela perché la Madonna non partorisse nell’oscurità. La candela nelle Natività di alcuni artisti col tempo fu trasformata in una lanterna. Abbiamo letto che è a partire dal Quattrocento che i dipinti mostrano Giuseppe che tiene una candela. Mah… non abbiamo trovato opere d’arte con san Giuseppe con una candela nella grotta di Betlemme ma illuminato mentre lavora da una candela retta da un Gesù bambino sì ma non neonato in un’opera di Georges de la Tour e in una di Gerrit Van Honthorst. Nelle Natività presepiali invece non si contano le statuine di san Giuseppe con la lanterna (fig.1). Il filosofo pagano Diogene è ricordato tra le tante cose perché con la sua lanterna cercava l’uomo anche di notte. Di giorno non ne aveva bisogno (fig.2 ). San Giuseppe cercava solo di dare un po’ di luce alla grotta. A Diogene la lanterna serviva per ben cercare, a Giuseppe la candela non serviva ma serviva a Maria. Non aveva bisogno di cercare l’uomo san Giuseppe sapeva e sa benissimo che problema l’uomo è. Questo Natale è triste un po’ per tutti perché a sentire i recenti tragici fatti di cronaca in cui sono state vittime donne un gioia più moderata s’impone. L’uomo e la donna. Un rapporto diventato molto problematico. Psicologi, psichiatri, opinionisti, politici, sociologi discutono ancora su ciò che deve farsi al più presto. Cosa non buona, ottima. Tuttavia al di là degli studi umani che pure sono importanti c’è bisogno di un rinnovamento morale. Nel Cinquecento alle donne S. Filippo Neri diceva << Attente. L’uomo che non prega è un animale senza ragione >>. Poco dopo di lui quel grande conoscitore degli uomini che fu san Francesco di Sales, che è, si badi bene, dottore della Chiesa, nella sua opera più conosciuta scrisse la stessa cosa: << l’uomo senza Dio, senza la devozione vera a Cristo è un animale severo, aspro e duro >> ( Filotea parte III, cap. 38). Un animale severo, aspro e duro ? Sì, anche se finge di non esserlo, ci permettiamo di aggiungere noi. Prima o poi caccerà fuori la sua rozzezza, la sua animalità.