Verbi swahili: kuangalia (guardare)
Padre Oliviero Ferro
“Angalia, padiri, mtu mmoja anafika kwa kuzunzumuza da weye” (guarda, padre, una persona viene per parlare con te)” così mi diceva una mattina il segretario della missione di Baraka, il signor Sila. Anch’io guardo e vedo che quell’uomo era già venuto diverse volte. Intuivo il perché della sua venuta e non avevo molta voglia di incontrarlo. Però, bisogna essere accoglienti e quindi ho fatto finta di niente. L’ho salutato, come si fa in Africa, gli ho sorriso, anche se un po’ forzato e l’ho fatto accomodare nell’ufficio. E lui comincia a parlare. Mi dice “Sababu gani, padiri, wakati unapopita katika kijiji changu, unakatala kusimama katika nyumba yangu? (perché, padre, quando passi nel mio villaggio, non accetti di fermarti davanti a casa mia?)”. E io rispondo: “Ni kweli, lakini kila mara niko na haraka ya kurudia ku misioni. Wauytu wengi wananingoja” (è vero, ma ogni volta ho molta fretta di tornare alla missione, perché molte persone mi aspettano)”. Mi guarda con due occhi e mi dice: “Unaogopa kuniangalia? (hai paura di guardarmi?), niko rafiki yako, hapana adui (sono tuo amico e non tuo nemico)”. Non ce la facevo più ad ascoltarlo. Guardavo fuori dalla finestra, chiedendo l’aiuto del segretario. Finalmente arriva e mi dice che ci sono tante persone che mi aspettano. Congedo l’amico, promettendogli “mara ingine, nitafika kwako kwa kukuangalia, Mungu akipenda. Uwasalimie jamaa na watu wa kijiji” (la prossima volta, verrò da te per vederti, se Dio vuole. Salutami la tua famiglia e le persone del villaggio). E così per questa volta me la sono cavata. Andrò al villaggio? Con calma, Mungu akipenda (se Dio vuole!).