Verbi swahili: kubembeleza (accarezzare, adulare)
Padre Oliviero Ferro
Da piccoli, quante volte i nostri genitori, soprattutto la mamma, ci hanno accarezzato. Era qualcosa che rinfrescava il cuore e ci faceva stare bene. Poi crescendo, lo ha fatto anche qualche amico o qualcuno che ci voleva bene o ci voleva incoraggiare. Un semplice gesto, ma che racchiude tante cose. Quando vedo le mamma africane che accarezzano i loro bambinetti, mi fa tanta tenerezza e mi ricorda tante cose. Certo, questo verbo ha anche un Aspetto poco positivo, cioè adulare, fare la doppia faccia (lavarsi la faccia) davanti a qualcuno che ha il potere o i soldi. Certo non è una bella cosa, ma qualcuno dice che “il fine giustifica i mezzi”. Io non sono d’accordo. Si da importanza eccessiva a una persona, anche se non lo si pensa, pur di avere un qualcosa di cui abbiamo bisogno. E’ un gioco che tutti e due conoscono, ma è sempre un gioco sporco. Prima o poi finisce. Il potente non dura in eterno e si accorgerà che i complimenti hanno vita breve, perché chi li fa, poi si scorda di lui. Ai tempi di Roma, c’erano i “clientes” che al mattino presto si radunavano davanti alla casa di una persona potente, gli chiedevano come stava, se aveva dormito bene, gli auguravano una buona giornata e il proprietario dava dei soldi ai suoi servi per ringraziare i “clientes” che poi se ne andavano per i fatti loro, pronti a ritornare il mattino dopo per la stessa liturgia…interessata.