Cristo affamato d’amore!
di Rita Occidente Lupo
Dinanzi alle diete fai da te, per compensare le scorpacciate delle festività, un momento di riflessione inevitabile sul digiuno che nel mondo ancora tanti vivranno proprio a Natale. E la mente, dinani ad una Grotta, non può non andare ad una notte magica, in cui la meraviglia dei pastori, si fuse col chiarore della Luce che veniva al mondo. La breve riflessione di Madre Teresa di Calcutta, la matita nelle mani di Dio, ancora una volta messaggio adatto al nostro tempo. “Se qualche volta la nostra povera gente è morta di fame, ciò non è avvenuto perché Dio non si è preso cura di loro, ma perché non siamo stati uno strumento di amore nelle sue mani per far giungere loro il pane e il vestito necessari, perché non abbiamo riconosciuto Cristo quando è venuto ancora una volta, miseramente travestito, nei panni dell’uomo affamato, dell’uomo solo, del bambino senza casa e alla ricerca di un tetto. Dio ha identificato se stesso con l’affamato, l’infermo, l’ignudo, il senzatetto; fame non solo di pane, ma anche di amore, di cure, di considerazione da parte di qualcuno; nudità non solo di abiti, ma anche di quella compassione che veramente pochi sentono per l’individuo anonimo; mancanza di tetto non solo per il fatto di non possedere un riparo di pietra, bensì per non avere nessuno da poter chiamare proprio caro. Quando Cristo ha detto: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare!”, non pensava solo alla fame di pane e di cibo materiale, ma pensava anche alla fame di amore. Anche Gesù ha sperimentato questa solitudine. Ogni essere umano che si trova in quella situazione assomiglia a Cristo nella sua solitudine; e quella è la parte più dura, la fame vera!”
(Madre Teresa di Calcutta)