Roma: Balneari, SIB-FIBA “Bene invito CDM ad evitare gare”
Sollecitiamo il Governo a procedere all’emanazione di ogni provvedimento legislativo ed amministrativo per la messa in sicurezza di questo comparto economico e per dare certezza di continuità di lavoro a decine di migliaia di aziende prevalentemente a conduzione familiare
“Il comunicato ufficiale del Consiglio dei ministri in tema di concessioni marittime è importante, ma non sufficiente, per dare serenità ai balneari” – lo affermano in una nota congiunta Antonio Capacchione, presidente del S.I.B. – Confcommercio e Maurizio Rustignoli, presidente FIBA – Confesercenti.
“Da mesi chiediamo al Governo, inutilmente, di emanare una nuova legge o, comunque, un provvedimento normativo o amministrativo chiarificatore che dia certezze alle imprese attualmente operanti – continua la nota.
Apprezziamo che Matteo Salvini, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e Vicepresidente del Consiglio dei ministri, abbia portato all’attenzione del Consiglio dei ministri la problematica delle concessioni demaniali marittime ad uso turistico ricreativo.
E’ importante che il Consiglio dei ministri abbia invitato le Amministrazioni periferiche ad evitare l’avvio di gare nell’assegnazione delle concessioni vigenti che determinerebbero ripercussioni negative sull’intero sistema turistico italiano.
Importante, inoltre, la sottolineatura della necessità di completare i lavori per l’accertamento della scarsità o meno del demanio disponibile per nuove concessioni che costituisce il presupposto per l’applicazione della Direttiva Bolkestein, come chiarito dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
Siamo preoccupati per la tempistica – conclude la nota di SIB e FIBA – e sollecitiamo il Governo a procedere senza indugio all’emanazione di ogni provvedimento legislativo ed amministrativo per la messa in sicurezza di questo comparto economico, strategico per il Paese, dando certezza di continuità di lavoro a decine di migliaia di aziende prevalentemente a conduzione familiare che hanno avuto l’unico torto di aver confidato nelle leggi dello Stato”.