Angeli su cielo del Laus
Cosimo Cicalese
Le edizioni Segno di Udine hanno stampato il libro di don Marcello Stanzione “Benedetta Rencurel e gli spiriti celesti”. Fra le tante mistiche della storia, Benedetta occupa un posto importante, e lo slancio mistico ne qualifica la spiritualità, infatti Benedetta per 54 anni vedrà la Madonna senza interruzioni. Maria le appare regolarmente a Le Laus in Francia e così il suo angelo, ma in una forma molto più discreta. “Vedere la Madonna mi provoca una dolcezza mille volte più intensa rispetto alla vista di tutti gli angeli del paradiso”, si affermava spesso. L’angelo assume le stesse funzioni indicate nella Sacra Scrittura: è il servitore, la guida, il messaggero della volontà divina. Anche a Fatima assumerà le stesse mansioni, attento nel preparare i veggenti alle grandi apparizioni. L’angelo le si mostrava sotto forma di un piccolo bambino brillante come il sole, ma Benedetta ebbe il dono di vedere altri angeli belli e luminosi e venne a sapere che adempivano il compito di fare compagnia alla Vergine Maria. Il suo custode invisibile le rimase vicino ogni ora della sua vita; si interessava dei suoi problemi, le suggeriva comportamenti, l’aiutava nel disbrigo delle faccende, le faceva dei regali, le suggeriva parole di confronto dopo ogni prova demoniaca, le era sempre accanto in chiesa, si ritirava solo quando si spogliava la sera e si rivestiva la mattina per esplicito desiderio di Benedetta. Due vite intrecciate dunque in modo talmente intimo che il passaggio dal terreno al soprannaturale avveniva con la massima naturalezza. Come accadde il 2 agosto 1700 quando le capitò di scorgere due angeli sull’altare, ed uno le chiese se desiderava fare la comunione. “Ma io devo prima confessarmi, come faccio sempre”, risponde Benedetta. “Voi non avete nessun peccato e allora accendete le candele, mettetevi in ginocchio dietro le balaustre, recitate il Je crois en Dieu”. La porticina del tabernacolo si apre lentamente da sola, l’angelo prende un’ostia, la depone sulla lingua della veggente, inviandola a prolungare il ringraziamento assistita dai due messaggeri celesti in profonda adorazione. Commossa: “ Grazie, mio bell’angelo, mi hai riempito di gioia”, dice salutandoli. Una notte si ritrova in un luogo sconosciuto in compagnia di una miriade di angeli che intonano le litanie della Passione e la invitano ad unirsi al loro canto e lei prova una felicità inesprimibile. La notte di natale del 1700, dopo la messa di mezzanotte, entra in chiesa un lungo corteo di angeli cantando il Gloria in excelsis Deo tenendo delle fiaccole nelle mani. Lei non capisce il latino e il suo angelo glielo traduce in francese fino all’amen finale, quando il corteo esce e girando tre volte attorno all’edificio sacro canta: “Benedetto sia il padre celeste che ha scelto questa chiesa come luogo per la conversione dei peccatori, e coloro che qui lo adoreranno saranno da lui paternamente benedetti.
Benoite si è avvicinata al mondo sovrannaturale in modo incredibile. O piuttosto sembra che sia stato il mondo sovrannaturale a discendere nella valle dell’Avance. La Vergine Maria, Il Cristo in Croce, san Giuseppe e altri santi della Chiesa cattolica sono venuti a presentarsi a parlare con la veggente di Laus e allo stesso modo gli angeli, un numero consistente di angeli. Sono ovunque si trovi Benoite e vengono continuamente a consolarla in occasione degli attacchi del demonio. Fanno parte della vita quotidiana di Benoite che li chiama “suoi amici”. I manoscritti sono pieni di testimonianze che parlano di angeli che dettano a Benoite, a nome della Vergine Maria, le risposte da dare alle domande poste dai pellegrini . La accompagnano nel giudicare situazioni difficili e arrivano addirittura a suggerire delle ammonizioni nei confronti di alcuni peccatori che le si presentano. Si percepisce dunque una fraterna intimità, una grande complicità tra Benoite e gli angeli e viceversa. Gli spiriti celesti collaborano davvero con la veggente per aiutarla a compiere l’opera di Dio e per realizzare la parola della Vergine Maria.