Giulio Caso
Tanti anni fa andavo a scuola a Napoli.
L’ultimo giorno, prima delle vacanze di Natale  vidi un amico di scuola con la faccia pensierosa. Gli chiesi il motivo e lui mi disse che non gli erano rimasti neppure i soldi per prendere il pullman per andare al paese. Poi approfittando della mia partecipazione empatica al suo problema mi chiese se potevo prestargli 300 lire (sarebbero 15 cents di oggi, ma varrebbero circa 3 euro), me li avrebbe restituiti dopo le feste.
Come negarglieli…sotto Natale. Li prese velocemente, ma non ci feci caso, in quel momento.
Dopo le feste passò il primo giorno di scuola e vidi che mi evitava. Pensai: “Non li avrà portati, me li darà domani”.
Il giorno dopo mi affrontò con uno sguardo di una falsità oltremodo esagerata, recitava, aveva i tratti del viso alterato.
“Che hai Mazzone?”
Chiesi.
Mi rispose: “Insomma, prima di Natale ti ho prestato dei soldi, me li vuoi restituire?”
Una furbata da paese, la riconobbi subito. Ma anche, forse, una disperata ricerca di qualche soluzione ai suoi problemi. Gli diedi ancora 300 lire.
Chissà dove sei, amico di scuola. Non te ne ho mai voluto per questo.