Salerno: morto a 104 anni Padre Francesco Cavallo, il noto esorcista missionario saveriano
Rita Occidente Lupo
Ha terminato il suo lungo viaggio terreno Padre Francesco Cavallo, Missionario saveriano, che ha vissuto la sua longevità ritirato dalla scena mondana, dedito solo alla cura dello spirito. La sua direzione spirituale per migliaia di anime in tanti anni ha sempre avuto il timbro della santità. Una vita intensa la sua che dagli Stati Uniti d’America e in Sierra Leone, esorcista nel 1979, non si risparmiò nell’evangelizzazione.
Nato il 16 novembre 1919, anche se la sua nascita fu registrata solo il 2 gennaio 1920 all’anagrafe di Bari, un ritardo non inconsueto in quel tempo. All’epoca l’Italia era ancora una monarchia, il Re era Vittorio Emanuele III e il presidente del consiglio era Francesco Saverio Nitti. Mentre sul soglio pontificio sedeva Papa Benedetto XV.
La vocazione missionaria a 18 anni. In seminario a Ravenna, prese i tre voti nel 1941, assieme a quello di andare in missione. Dopo gli studi di teologia e filosofia a Parma, nel 1947 fu ordinato sacerdote. Inviato prima a Boston, negli Stati Uniti d’America, per 13 anni, quindi in Sierra Leone, in Africa. Poi il rientro in Italia come maestro di novizi.
Nominato esorcista nel 1979 da monsignor Giovanni Bianchi, vescovo di Pescia, in Toscana, l’ incarico poi confermato da altri vescovi. È stato esorcista in Toscana, nel Santuario di Montevergine e in quello di Pompei. Nel corso del suo lungo sacerdozio, autore anche di testi di spiritualità, incontrò San Pio da Pietrelcina, il Beato Giustino Russolillo, la venerabile madre Gemma Eufemia Giannini.
Lucido, attivo ed autosufficiente fino a poco tempo fa, ha continuato a svolgere le giornate al ritmo del silenzio interiore e della preghiera, non sottraendosi alla direzione spirituale delle anime, che telefonicamente confortava, ascoltava, menando per la via della salvezza.
Non desisteva dal benedire coloro che gli s’affidavano col cuore fasciato di pene né guardava alle mode del tempo, nel dispensare consigli di vita. Per lui, sempre la stessa strada da battere, fatta anche di penitenze e mortificazioni se necessarie, per forgiare l’anima alla santità. Quella che trapelava dalla sua talare, sempre rigida sulla figura slanciata, dalla sua vista ancora di lince, nello scorrere non solo il breviario, dalla carità, nel saper ascoltare chi gli apriva il cuore.
Uomo di preghiera, esorcista arcidiocesano, più volte ha lottato col maligno, impossessatosi di anime.
“Tuttora prego telefonicamente con quanti mi contattano al cellulare- dichiarò candidamente in una breve intervista durante la pandemia- perché non posso effettuare esorcismi personalmente, a causa del Coronavirus i superiori me l’hanno vietato, ma posso recitare varie orazioni che concorrono a sconfiggere il demonio. La mia giornata si snoda con la celebrazione eucaristica della Santa Messa quotidianamente in camera, su autorizzazione dell’Arcivescovo Bellandi e poi mi ritrovo nella cappellina dell’Istituto Saveriano dinanzi a Gesù Sacramentato: un’ora al mattino ed una il pomeriggio.
Avere il Signore accanto un onore, per cui dobbiamo corrispondere a questo grande dono che ci fa, facendoGli compagnia. Non guardo la televisione né leggo i giornali, per cui l’informazione sulla pandemia, è lacunosa. Apprendo dai confratelli qualcosa, ma resto nella mia dimensione di raccoglimento tutto il giorno, per le migliaia di persone conosciute negli anni e per chi continua a ricorrere a me: prego per tutti! Credo che questo virus, che sta seminando tanto dolore, sia permesso da Dio affinché molti possano convertirsi attraverso la sofferenza. E’ questa che porta le anime alla salvezza. Pertanto abbiamo l’occasione di convertirci in questi giorni, non sprechiamoli!”
Sicuramente Padre Francesco é ora nella gloria del Paradiso avendo vissuto santamente il suo ministero ed avendo incarnato la vita evangelica. E per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo…un Santo in più come intercessore nei Cieli!