Verbi Swahili: KUHESABU contare, misurare
Padre Oliviero Ferro
Alla mattina, quando passi vicino alla scuola primaria (elementare), soprattutto dove c’è la prima, senti che la maestra insegna i numeri, a contare: “mmoja”(uno), “mbili (due)”, “tatu”(tre), “nne”(quattro), “tano”(cinque) “sita(sei)”, “saba(sette)”, “mnane(otto)”), “kenda(nove)”), “kumi(dieci)”. Tutti lo ripetevano in coro, sembrava il canto dei numeri. Un po’ come facevamo noi quando andavamo a scuola. E così, piano piano, cominciavano a crescere, a conoscere le cose, a istruirsi per dare il loro contributo a un mondo migliore. Certo, la maestra era molto paziente e se qualcuno stava indietro, si fermava e si ricominciava. Poi li scriveva di nuovo alla lavagna e chiamava qualcuno, a turno, per scriverli e altri li ricopiavano nel quaderno (per chi aveva avuto i soldi per comperarlo) o nelle tavolette (ardoise) con il gessetto, oppure nella sabbia o nell’argilla che circondava la scuola. Facevano tanta tenerezza, ma avevano voglia di imparare. Mondi lontani da noi, ma così vicini, perché come dice sempre qualcuno, siamo tutti nella stessa barca e ognuno deve prendere il suo remo e remare verso un porto sicuro.
foto museo della casa saveriana di Cagliari sull’Africa