Verbi swahili: KUJENGA costruire

Verbi swahili: KUJENGA costruire

Padre Oliviero Ferro

“Wakati gani, padiri, tutajenga kanisa ya shikika? Tuko na hamu ya kuwa ndani mbele ya Noeli (quando, padre, costruiremo la chiesetta della nostra comunità di base? Avremmo voglia di entrarci prima di Natale)”. Era il ritornello dei cristiani di una delle piccole comunità lungo il lago nella parrocchia di Baraka. Anch’io ci pensavo da tempo, però mi sono detto che ora dobbiamo coinvolgere i cristiani nella costruzione (lavoro e spese). Così nel safari (viaggio) prima di Pasqua, convoco un’assemblea dei cristiani della zona. Comincio dicendo che è giunto il momento il loro sogno. Ognuno potrà dire quello che pensa. E così, dopo tante discussioni, cerco di fare la sintesi, ponendo delle domande. Chi farà il progetto, come possiamo, ognuno, dare il suo contributo (trovare il terreno, portare la sabbia, le pietre, chi la costruirà e con l’aiuto di chi, chi provvederà al cemento, alle lamiere per il tetto, le porte e le finestre, i banchi…). Tutti ascoltavano in silenzio. Poi uno si alza e dice “lakini, padiri, zamani tulipata msaada ya wandugu wa mbali. Sasa tutafanya je? (ma tanto tempo fa abbiamo ricevuto l’aiuto da amici di lontano. Ora come facciamo?” “sawa, nani atafanya mpango? (ho capito, chi farà il progetto)  na namna gani tutapata franka na nani atatumika (e in che modo avremo il denaro e chi lavorerà?). Finalmente qualcuno si muove e propone di chiedere al muratore della parrocchia di fare il programma. “Poi, aggiungo io, ci dividiamo le spese e il lavoro. Tutti quelli che possono lavorare, prepareranno il terreno (bisognerà fare anche i documenti, firmati dal capo della zona per dire che ora è di proprietà della chiesa), porteranno la sabbia e le pietre. La parrocchia cercherà di procurare il cemento e le lamiere. Per il resto, qualche artigiano comincerà a fare le finestre e la porta”. Un programma impegnativo. Qualcuno brontolava un po’, ma la maggioranza è d’accordo e così comincia l’avventura. Piano piano tutte le attività previste cominciano a realizzarsi e la chiesetta comincia a crescere e sarà l’orgoglio di tutta la comunità. Non sarà solo luogo di preghiera, ma anche di incontro; insomma la casa della comunità e tutti potranno dire che “anch’io ho fatto la mia parte”.