Salerno: associazione a delinquere per traffico stupefacenti trasnazionale, 15 ordinanze cautelare

Salerno: associazione a delinquere per traffico stupefacenti trasnazionale, 15 ordinanze cautelare

Al termine di un’ articolata indagine coordinata dai Magistrati della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, è stata data esecuzione all’ Ordinanza Cautelare Personale emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Salerno nei confronti di 15 soggetti ritenuti, a vario titolo, responsabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico, anche transnazionale, di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e marijuana, furto, ricettazione e minaccia; reati tutti aggravati dalle condizioni previste dall’art. 416 bis 1 c.p..

L’attività investigativa condotta dal Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri – Sezione Anticrimine di Salerno ha consentito di ricostruire, secondo l’ipotesi accusatoria condivisa allo stato dal giudice per le Indagini preliminari, un sodalizio criminale composto prevalentemente da soggetti di origine campana in rapporti con appartenenti alle cosche di ’ndrangheta degli A. di Sinopoli (RC).

Secondo l’impostazione accusatoria, condivisa dal Giudice per le indagini preliminari, l’elemento centrale del gruppo sarebbe rappresentato da F. C. il quale, sulla scorta delle emergenze acquisite dalla P.G., avrebbe svolto la funzione di intermediario tra i narcotrafficanti stranieri e le organizzazioni operanti sul territorio nazionale.

Durante le investigazioni è stato acclarato che il porto di Salerno è assunto ad hub nazionale per l’importazione di droga del Sudamerica. Difatti, il R.O.S. nei Carabinieri c la Guardia di Finanza, che ha fornito il necessario supporto nella fase dei vari riscontri, con il coordinamento di quest’Ufficio, nel marzo 2023 ha rinvenuto Kg. 220 di cocaina, celati in un container proveniente dall’Ecuador ed imbarcato su una motonave battente bandiera libanese.

Secondo l’ipotesi accusatoria, condivisa allo stato dal giudice per le indagini preliminari, le operazioni sarebbero state coordinate da V. F. ed E. C., unitamente a soggetti allo stato irreperibili, e avrebbero visto l’interesse della famiglia calabrese degli A.. In particolare, parte dello stupefacente sarebbe stata destinata ai calabresi A. N. e A. F., finanziatori dell’importazione e acquirenti della cocaina, rappresentati in territorio salernitano, per le operazioni di intermediazione con F. C. ed il collaboratore R. S., dal calabrese M.F. e dal napoletano D’A. E., quest’ultimo avente il ruolo di delegato della famiglia A. e dei co-finanziatori “napoletani“.

Nel medesimo contesto investigativo, sul finire del mese di aprile 2023, é stato intercettato e sequestrato un carico di marjuana – del peso complessivo di oltre una tonnellata – anch’esso occultato in un container partito dallo scalo canadese di Montreal e giunto nel porto di Salerno per il tramite di una azienda di import-export di Poggiomarino (NA). Secondo l’ipotesi accusatoria, condivisa allo stato dal giudice per le indagini preliminari, emergerebbe il coinvolgimento di M. A. di Boscoreale (NA), contitolare della società interessata all’importazione del carico nonché l’italo – americano A. M. Quest’ultimo avrebbe organizzato l’importazione della droga, finanziata in parte dal napoletano G. G. e avrebbe, quindi, incaricato, dietro corrispettivo economico, V. F. ed uno dei soggetti irreperibili per il coordinamento delle operazioni materiali di recupero dello stupefacente.

Infine, dalle indagini sarebbe emersa la trasversale operatività di taluni degli indagati. Secondo l’ipotesi accusatoria, infatti, V. F. ed uno dei soggetti non identificati avrebbero diretto anche le attività finalizzate  alla commissione  di reati contro il patrimonio, in particolare nell’aera geografica del Cilento, effettivamente colpita negli ultimi mesi da reati di natura predatoria. V. F., domiciliato in quell’area, avrebbe avuto il compito di individuare gli obiettivi e di fornire appoggio logistico ad un gruppo di correi, provenienti dalla Puglia, i quali, diretti da C. M., avrebbero eseguito i furti.

Il Procuratore della Repubblica

Giuseppe Borrelli