Baronissi: Parrocchia Sant’Agnese, apertura cantiere nell’Hortus S. Catarinae Alexandrinae
Con l’apertura del cantiere entra nel vivo il progetto La villa dei due orti. Una buona pratica territoriale per la cura della casa comune. Lungo la via tra Salernum e Abellinum, promosso dalla parrocchia Sant’Agnese in Sava di Baronissi, in risposta al bando della Conferenza Episcopale Campana Rieducare per custodire il domani.
L’appuntamento è per il prossimo sabato, 25 maggio, alle ore 17,30 nell’Hortus S. Catarinae Alexandrinae, ubicato nei pressi del complesso monumentale della chiesa parrocchiale e della villa romana.
L’UTE (Università della Terza Età) di Baronissi, in quanto partner al progetto, allestirà un’aiuola dedicata ad uno dei fiori che fin dall’antichità è tra i più amati e celebrati: la rosa.
I nonni “archeologi” dell’UTE pianteranno rose antiche di Pompei con i nipoti e racconteranno loro storie legate al dominus e alla domina della villa: «Come, prima di uscire, si prendevano particolare cura dei loro corpi?»
Il Club UNESCO di Baronissi, l’altro partner al progetto, dedicherà la sua aiuola alla rosa di Paestum.
All’apertura del cantiere sarà presente, anche, la CO.VI.MER Società Coperativa Agricola, che esercita l’attività vivaistica legata alle produzioni orticole, frutticole e floro vivaistiche fin dalla seconda metà degli anni ’80. La CO.VI.MER provvederà all’allestimento di altre tre aiuole: del basilico, del licopene e delle erbe officinali – condimentarie.
La data, sabato 25 maggio, non è stata scelta a caso.
Coincide con l’inizio della Prima Giornata Mondiale dei Bambini, voluta da Papa Francesco. Nella presentazione alla stampa il 16 maggio, nella Sala Stampa della Santa Sede, padre Enzo Fortunato, coordinatore della Giornata, ha sottolineato la «portata mondiale» dell’avvenimento, che rappresenta un «controcanto di speranza» e «un segnale ai signori della guerra. Vogliamo guardare il mondo con gli occhi dei bambini, che sono la speranza dei popoli, il loro futuro». La semplicità del loro cuore, ha osservato, «è un dono di Dio e, per chi sappia accoglierlo, la possibilità della pace».
Dunque, occorre partire dai sogni e dai desideri dei bambini, per immaginare un mondo diverso, dove ci sia pace, cura dell’ambiente e scelta per la fraternità.
Da qui l’impegno della parrocchia diretto a rafforzare le conoscenze e competenze delle giovani e giovanissime generazioni sui temi ambientali, a promuovere l’assunzione di comportamenti responsabili, anche attraverso azioni di cittadinanza attiva. Nello specifico, la cura dei due orti della parrocchia abbandonati, ad iniziare dall’Hortus S. Catarinae.
Con l’orto si vuole spostare l’attenzione dal “monumento” agli stili di vita dei nostri antenati della villa. Obiettivo specifico del progetto è «Creare ponti con i nostri antenati della villa». Ciò significa avviare una vera e propria operazione culturale.
L’archeologia, infatti, ha un ruolo sociale nel mondo di oggi che non si esaurisce svolgendo e portando a termine uno scavo, e pubblicandone i risultati. L’archeologo è chiamato a farsi mediatore tra antico e contemporaneo. I cittadini vanno coinvolti nella riscoperta del proprio passato, a familiarizzare con i propri antenati.
In tale direzione va la public archaeology, l’archeologia di comunità, un’originale esperienza in grado di mettere in relazione il mondo accademico con le istituzioni e le comunità locali.
In tale direzione si può pensare di ricollegare la pratica di interpretare il passato con i bisogni culturali e sociali dei cittadini di oggi.
Quanto i nostri antenati della villa possono dirci a proposito del rapporto tra uomo e natura?
Il vice parroco
Padre Maurizio Pianta