La Voce e la Vita della Chiesa: “Solennità- SS. Corpo e Sangue di Cristo”
Diac. Francesco Giglio
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno» (cfr. Gv 6,51-58).
Domenica 2 giugno si celebra la Solennità del “CORPUS DOMINI” (SS. Corpo e Sangue di Cristo), cioè di quel pane e di quel vino che in ogni Messa, mediante le parole del sacerdote, si trasformano nel Corpo e nel Sangue di Gesù. Questa ricorrenza è una festa profondamente cara alle nostre comunità, non solo perché è radicata nella storia secolare della Chiesa, ma anche perché e la vera ed unica processione della fede cattolica. La sua data storica è il giovedì successivo alla festa della Santissima Trinità, (data questa in vigore nello Stato Vaticano) a differenza dell’Italia che ha trasferito la ricorrenza alla domenica successiva. La solennità è stata istituita ad Orvieto da papa Urbano IV, l’11 agosto del 1264 con la Bolla “Transiturus” (scavalcare). Essa, non solo è solennità, ma anche festa di precetto. Lo scopo di tale solennità è quello di affermare la divinità di Gesù e precisare, che nell’ostia consacrata Egli è presente con il Suo Corpo vivo e vero. Ha anche la finalità di ravvivare la fede nel Figlio di Dio, espiare i propri peccati e i sacrilegi commessi contro il Sacramento dell’Eucarestia.
La solennità nacque nella diocesi di Liegi nel 1247, per merito di una suora agostiniana di nome Giuliana di Cornillon vissuta nella prima metà del tredicesimo secolo. Si racconta che tutto ebbe inizio in seguito ad una visione, avuta dalla giovane suora, alla quale sarebbe apparsa la Chiesa come una luna piena con al centro una macchia scura. Nel 1222 in seguito ad una nuova visione, Gesù stesso le avrebbe chiesto di far istituire la “solennità del Santissimo Sacramento”. Nel 1222 con la sua nomina a priora del convento di Mont Cornillon, il vescovo di Liegi, Roberto de Thourotte, nel 1246 dopo un Concilio diocesano, istituì dal 1247 la festa del “Corpus Domini”. Nel 1263 a Bolsena (Italia), durante la celebrazione di una messa, si verificò uno straordinario miracolo eucaristico. Il celebrante di nome Pietro da Praga che dubitava della reale presenza di Gesù nell’ostia e nel vino consacrato, mentre era in viaggio per Roma, si fermò a Bolsena e durante la celebrazione eucaristica nella Grotta di Santa Cristina, al momento della consacrazione vide l’ostia sanguinare. In quello stesso periodo papa Urbano IV che si trovava a Bolsena, informato dell’accaduto, dopo la morte di suor Giuliana e del vescovo di Liegi, riconobbe il miracolo ed istituì la “Solennità del Corpus Domini” come festa di precetto. Nel 1290 per volere di papa Niccolò IV fu edificato il Duomo di Orvieto, dove è custodito il “corporale” su cui avvenne il miracolo. Papa Benedetto XVI l’11 giugno del 2012, nell’omelia della Celebrazione Eucarestia presieduta in piazza San Giovanni Laterano, in occasione della festa e prima della tradizionale processione verso la basilica di Santa Maria Maggiore, affermò: “Noi attraversiamo le strade di Roma e mentre attraversiamo le strade di questa città in processione ci manifestiamo al mondo come popolo in cammino, popolo che Dio stesso conduce, popolo che Dio stesso nutre con il pane della vita, così come nel deserto un tempo nutrì i figli e le figlie d’Israele”. Questa festa di fede si rende presente nel nostro cammino terreno, in tre momenti particolari della nostra vita. La prima nella celebrazione Eucaristica. L’istituzione dell’Eucarestia da parte di Gesù, nel contesto dell’Ultima Cena, trova fondamento sia negli evangelisti sinottici (cfr. Mt.26,26-29; Mc.14,22-25; Lc 22,19-20) che in san Paolo (cfr. 1 Cor. 11,23-27). Inoltre, possediamo la testimonianza che fin dalle origini nelle comunità cristiane, si celebrava l’Eucarestia. I primi cristiani affermavano: “non possiamo vivere senza partecipare alla Messa, la domenica”. L’Eucarestia è il “più grande tesoro” lasciato direttamente da Gesù, e che con questa celebrazione, continua da allora a rendere presente il Signore risorto.
La domenica considerato il giorno di riposo per eccellenza, ci consente una “sosta di ristoro” per incontrare Gesù e, attraverso l’Eucarestia, ricevere forza ed energia per la nuova settimana che inizia. Da qui l’invito a non scordarsi di andare a Messa la domenica. Il secondo è quando incontriamo il Signore chiuso nel tabernacolo delle nostre chiese. Gesù agli Apostoli, prima della sua Ascensione al cielo disse: “Non vi lascerò orfani, Io sarò sempre con voi” (Gv.14,18). Ancora oggi, il Signore Gesù, dimora in mezzo a noi nelle nostre chiese e ci attende per una preghiera, per un momento di riflessione e di adorazione. Passando davanti ad una chiesa entriamo a salutare il nostro Maestro. Il terzo momento è nello stile della nostra vita. Gesù nell’Ultima cena come raccontato nel Vangelo di Giovanni (13,1-20), lavò i piedi agli Apostoli e dopo comandò loro : “Fate così anche voi“. Con questo comando Egli non ci ha detto di parlare solo di carità, di fraternità e di solidarietà ma di amarci scambievolmente e con la nostra vita testimoniare al mondo che siamo suoi discepoli. Adoriamo in questa domenica l’Eucarestia con la bellissima Sequenza che sarà recitata nel corso della Messa: “Buon pastore, vero pane, o Gesù, pietà di noi: nutrici e difendici, portaci ai beni eterni nella terra dei viventi. Tu che tutto sai e puoi, che ci nutri sulla terra, conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo nella gioia dei tuoi santi”.
Questa ricorrenza avrà a Salerno, alle ore 19.00, il suo momento di solennità nella chiesa di Maria SS. del Carmine e S. Giovanni Bosco. Dopo la Celebrazione Eucaristica, la solenne processione percorrerà : Via Francesca La Francesca, Via Musandino, Via Paolo Vocca, Via Prudente, Via Carmine, Via Costantino L’ Africano, Via Piave, Via Vincenzo Pellecchia e si concluderà in Piazza S. Francesco con la benedizione eucaristica impartita dal nostro arcivescovo S.E. Mons. Andrea Bellandi.
Possa il Signore benedire la nostra città, la nostra Chiesa locale e donare a tutto il mondo la sospirata pace.