Guarigione e liberazione grazie a Gesù
Cosimo Cicalese
Don Marcello Stanzione e il sacerdote camilliano Padre Pietro Magliozzi sono gli autori del libro “Guarigione e liberazione con Gesù medico ed esorcista” edito dall’editrice Segno di Udine.
In questo libro, più che spiegare da una prospettiva biblica chi è Gesù e come si è comportato al suo tempo nei confronti della malattia, dei malati e degli indemoniati, si tratterà su come discernere oggi la differenza tra il rapporto di un malato con un operatore sanitario umano e con Gesù come medico. Solo quando Gesù viene sperimentato come vivo e presente (per chi crede, cfr. Mt 28,20; Eb 13,8), il malato può incontrare oggi in modo sano questo Gesù medico ed esorcista e ricevere da lui il suo dinamismo.
Gesù medico e l’emorroissa guarita e salvata (Cfr. Mc 5,21-43; Mt 9,18-26; Lc 8,43-48).
L’emorroissa aveva cercato per 12 anni una cura medica senza trovarla (Iaomai in Mc e Mt, Therapeuo in Lc), ma fu guarita solo quando incontrò Gesù che le diede salvezza e pace (sozo + eirene in Mc, Mt e Lc, anche se Mc aggiunge anche hygies). Il rapporto con Gesù ha qualcosa che va oltre il medico ordinario: la fede e l’energia (la dynamis).
1) La fede associata alla voglia di vivere dell’emorroissa; Gesù le dice: “la tua fede ti ha salvato…”, non “Dio, io, lo Spirito, ti ho salvato”, ma “la tua fede” è legata alla salute.
2) La “dynamis” (energia, potenza dello Spirito Santo) di Gesù è ciò che determina la guarigione miracolosa. Gesù dice: “Ho sentito una dynamis che usciva da me”. Gesù è pieno della Compassione, della Misericordia e dell’Amore del Padre e questo determina la presenza anche dello Spirito Santo con la sua dynamis sanante, cioè la spiritualità sanante di Gesù.
Pertanto, il punto di partenza del miracolo è lo Spirito, la condizione è la fede della donna, l’obiettivo è la sua conversione e salvezza.
La prima differenza tra un medico e Gesù è, quindi, che per Gesù “guarire” non è una questione di fare qualcosa, ma di essere uno con il Padre e lo Spirito Santo, vivendo trinitariamente, dossologicamente (dando gloria alla Trinità). Vivere d’Amore, nell’Amore divino (agape). Per passare dalla cura di qualcosa (una malattia) alla guarigione della persona come ha fatto Gesù, è necessario cercare la sua immagine e somiglianza:
1) Nei fini naturali e soprannaturali: eirene (pace), zoé (vita piena e integrale), soteria (salvezza), makarios (beato), holos (totalità, integrità), telos (salvezza finale, escatologica).
2) Nell’azione che scaturisce dal suo essere legato alla sua identità trinitaria (essere il Figlio di Dio). Per noi questo significa Comunione eucaristica.
3) In un processo di guarigione integrale che si occupa di liberare tutte le dimensioni: biologica (apoluo, apokathistemi, iaomai), dei bisogni umani (hygies), spirituale (katharizo, therapeuo) e religiosa (sozo).
4) Nel mettere la persona malata di fronte al miracolo, guardandolo e dando testimonianza di fede, facendole capire il fine della sua vita.
5) Il contatto, le parole, i gesti usati da Gesù per guarire variano, mentre ciò che è fisso è la centralità e l’importanza (fisica, etica, spirituale) del malato per Gesù.
Per i santi della salute, quest’ultimo punto viene ripetuto ed espresso in mille modi diversi (la creatività della carità) a seconda dell’epoca culturale, della personalità del santo, del suo sesso, ecc.
Gesù nella sua vita pastorale ha parlato di una sola cosa: il Regno di Dio (la vita in pienezza, salvata), e ha fatto una sola cosa: mostrarlo con la sua persona, i suoi gesti e le sue parabole. In questo Regno di Dio erano centrali le guarigioni e le cure delle malattie, vissute da Gesù non come un atto medico (per distinguere se fossero del corpo, della mente o dello spirito, se avessero bisogno di una terapia o di un’altra), ma spesso come esorcismi (liberazione dal maligno); cioè, per Gesù la diagnosi consisteva nell’identificare il demone (la causa della malattia) e la terapia consisteva nel cacciare o minacciare o liberare il demone responsabile della malattia fisica.