Come affrontare da cristiani catastrofi
Cosimo Cicalese
Don Marcello Stanzione e padre Pietro Magliozzi, medico dell’Ordine religioso dei Camilliani, sono gli autori del testo: “E se scoppia una catastrofe? Breve manuale di sopravvivenza per i cristiani in caso di guerra, epidemie, terremoti e disastri personali e sociali” edito dall’editrice Segno di Udine.
A tutti sarà successo, in determinate situazioni, sentirsi bloccati e reagire in modo eccessivo. Tuttavia, “siamo” più di questi blocchi e di queste reazioni esagerate, perché possiamo osservarle, giudicarle, accettarle e affrontarle. C’è una parte di noi che è sana e può scegliere di cercare aiuto per superare il blocco e il cambiamento. Ci sono persone, tuttavia, che, dopo un trauma individuale o collettivo, non possono uscire da questa “prigione” che toglie libertà al loro cervello, alla loro mente e persino al loro spirito; sono i pazienti con PTSD (post traumatic stress disorder), cioè con disturbo post traumatico da stress che verrà trattato in questo libro.
In ogni catastrofe, si pensa comunemente che sia necessaria la sola risposta ai bisogni materiali (cibo, tende, vestiti), decisioni mediche, socio-politiche ed economiche, perché dalla mancanza di tempestività di queste risposte dipendono migliaia di vite umane e di morti.
Ma i bisogni non materiali e non quantificabili, come, per esempio, questo dello stress post-traumatico, hanno la stessa urgenza e, dando loro una risposta tempestiva, si possono evitare molte sofferenze successive per il soggetto e spese evitabili per lo stato. Solo uno dei tanti esempi possibili: in un’epidemia, non trattare la paura la trasforma in ansia, angoscia, attacchi di panico, aumenta il cortisolo, riduce l’immunità e aumenta la possibilità di passare dall’infezione[1] a una malattia grave.
Per questi bisogni non materiali non esistono né metodi diagnostici, né rimedi chiari e diffusi, né una pastorale sistematizzata. Nonostante coinvolgano un numero enorme di soggetti, vengono sempre rimandati (in termini di risorse e tempo) a quelli materiali. La salute psico-spirituale è sempre vista in contesti di emergenza come troppo costosa e la psicoterapia è considerata lenta ed inefficace. Inoltre, il costo per persona dei trattamenti mentali è 10 volte superiore a quello per soddisfare le esigenze materiali. Questo è il motivo per cui si preferisce investire in cibo, abbigliamento, alloggio, opportunità di lavoro, affermando che tutto ciò andrà a beneficio della salute mentale di tutta la popolazione.
Nel maggio 1999, si tenne per la prima volta una conferenza in Italia: “Psicologia ed emergenze“, in cui è stata discussa la necessità di professionisti della salute mentale specializzati nella “gestione delle catastrofi“; Tutto ciò servirebbe più che mai nei traumi e nelle emergenze (individuali e collettive del mondo di oggi), dove il bisogno è drammatico e il problema è diventato un “mistero” schiacciante di dolore innocente, in cui non basta un terapia unidisciplinare (di qualsiasi disciplina) o un progetto di aiuto o una strategia di risposta, ma serve una salvezza integrale, a tutti i livelli per l’individuo e per la comunità. Camminare verso questa liberazione-salvezza con tutti i mezzi disponibili (naturali e soprannaturali) è stata la motivazione principale nello scrivere questo libro da parte dei due autori.
[1] Infezione significa la penetrazione del microrganismo nel corpo umano, però questo no significa necesariamente malattia; i due possono convivere in pace, come succede nella grande maggiornaza dei casi.