Giulio Caso
Ancora un visitatore che “vandalizza”una parete negli scavi di Pompei.
Lui avrà pensato di scrivere, ma in realtà ha lesionato reperti storici monumentali.
Bisogna insistere nella formazione della cultura nel rispetto di quanto rimane a testimoniare il passato.
Poniamoci, però la domanda: “Perchè ci sono persone che fanno cose simili?”
Credo che sia una distorta concezione della fruibilità dei beni comuni. Inoltre, incosciamente, si vuole avere un momento di visibilità più grande di quanto si è in realtà.
Un poco come fanno  i neofiti della politica, dell’arte, delle scienze … che appena iniziano si confrontano coi grandi, già affermati, credendo di porsi allo stesso livello.
Mi spiego: se avesse lasciato una sua firma, su un muro di Pompei, un personaggio storico, importante, dell’epoca, questo sarebbe integrato nell’importanza storica dell’insieme.
Gli altri pensino a realizzare una propria personale opera d’arte .
Per i monumenti, quelli veri, si può lasciare traccia del proprio passaggio (se proprio si reputa ciò importante)  , lasciare anche la firma, ma su un apposito registro dei visitatori. Come avviene in molti musei e ad Auschwitz dove si possono lasciare anche poesie o semplici pensieri su registri appositi. Lasciamo in pace e intatti i monumenti, ricordi importanti anche per i posteri.