Giulio Caso
È tradizione, in quasi tutti gli eserciti, regolare il ritmo della marcia con i comandi ” uno -due”, di regola 120 al minuto (60 + 60).
Si parte con sinistro e si batte, sempre il sinistro per regolare la sincronia di gruppo.
C’erano, una volta altri comandi che richiedevano battiti multipli con piede alternato, ma erano anche un po’ inutili e “pacchiani”.
Tornando al ritmo uno/due c’è da notare che causa una posizione alternata, ma monotonamente statica per le due parti dell’appoggio del corpo.
Inoltre una leggera “assuefazione mentale”, come una stanchezza di pensiero. Una ripetizione ciclica, del tipo di ritmo dei treni di una volta dove ci si addormentava o almeno ci si sentiva assonnati.
Forse, per gli standard o per gli scopi di una volta era utile questa cosa. Oggi servono menti sveglie in tutti i settori. Sia il corpo che la mente devono essere sollecitati alle novità.
Cambiare le abitudini per rafforzare la mente.
Cosa si può fare?
Semplice si può sperimentare il comando di marcia: “1 – 2 – 3”.
In questo caso, esperienze fatte, dimostrano che variando il piede di appoggio, alternando il piede battente al comando passo, si hanno due miglioramenti:
1) Un giusto riequilibrio del corpo.
2) Una sollecitazione per la mente senza troppa assuefazione.
I tempi di oggi richiedono tutto ciò.
Bisogna sperimentare anche forme nuove per cose che si danno per scontate. foto  Dreamstime