VERBI SWAHILI: KUPA donare
Padre Oliviero Ferro
“unipe, padiri, nasikia njala kabisa, mimi na watoto” mi diceva una mamma che aveva sulle spalle l’ultimo nato e altri due che teneva uno per mano. La guardo. La conoscevo da tanto tempo. Era stata abbandonata dal marito che era partito a “kuchimba zahabu pale Mukera” (scavare l’oro sulle montagne di Mukera)”. Non mandava mai niente alla famiglia, come tante persone che, attratte dalla corsa all’oro e dal guadagno facile, avevano abbandonato Baraka e gli altri paesi intorno al lago Tanganika. Ogni tanto arrivavano le notizie da quelle parti. La gente scavava, ma il guadagno andava tutto ai mercanti arabi e ora anche ai cinesi. I militari si spartivano i guadagni e a chi lavorava restavano le briciole che finivano nei vari bar e case di accoglienza (andavano a donne, anche loro sfruttate). Quando sarebbero tornati? Nessuno lo sapeva, anzi qualcuno rimaneva là per sempre, inghiottito dalle frane delle miniere a cielo aperto. Le mogli e i figli dovevano arrangiarsi in tanti modi per portare avanti la famiglia. A quella mamma che mi stava parlando, le dico che posso darle una mano, però dovrebbe fare qualcosa. “Sema, padiri, nitafanya kadiri una penda (dì pure padre, farò quello che mi chiedi)”. Ci penso su un attimo, poi le dico che può venire a fare la pulizia della chiesa. C’è sempre bisogno di tenerla in ordine. Accetta. Vado a prendere qualcosa per aiutarla. Se ne torna felice a casa, ringraziandomi. Ma non è l’unica. Bisognerebbe avere più possibilità, ma il problema è troppo grande da risolvere e le cosiddette autorità non si interessano. Loro pensano ai propri interessi. E il popolo si arrangi…