Salerno: Federcepicostruzioni, liquidazioni giudiziali a massimi livelli da 2021 ritardi nei pagamenti, oltre 30 giorni
L’ultima analisi realizzata da Cribis (società del gruppo Crif) sulle liquidazioni giudiziali registrate nel secondo trimestre del 2024, restituisce l’immagine di un Paese non ancora in crisi economica, ma in evidenti grosse difficoltà, soprattutto in settori come l’edilizia e i servizi.
Per il quarto trimestre consecutivo le liquidazioni giudiziali registrano un incremento affatto irrilevante: +12,5% rispetto allo stesso trimestre 2023, con il picco massimo proprio nel settore dell’edilizia, dove l’aumento è del 27%.
“Si tratta dell’ennesimo dato – commenta il presidente nazionale di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi – che conferma un trend sfavorevole in atto nell’economia del Paese, di cui risente in particolar modo il comparto delle costruzioni, che è importante non trascurare e sottovalutare, giacché già nel prossimo mese di autunno potrebbe sostanziarsi in dati ancor più preoccupanti anche sull’occupazione”.
Le regioni italiane che registrano, nell’ultimo trimestre, le peggiori performance rispetto al già preoccupante dato nazionale, sono Puglia, Calabria, Sicilia, Lombardia e Veneto.
In controtendenza, invece, Lazio, Emilia-Romagna e Campania.
Molteplici i fattori che, secondo Federcepicostruzioni, pongono l’edilizia al vertice della classifica sugli incrementi delle liquidazioni giudiziali: dalle crescenti difficoltà legate ai rincari delle materie prima (soprattutto in conseguenza dei conflitti in atto), al caos normativo legato al Superbonus e segnatamente alla cessione dei crediti, passando per i ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni. “I pagamenti oltre il limite massimo dei 30 giorni imposti a livello comunitario – commenta ancora il presidente Lombardi – aumentano del 9,5% rispetto allo stesso trimestre del 2023: a riprova che lungi dal migliorare la macchina amministrativa, persistono problematiche burocratiche che ancora congestionano procedure e pagamenti, a tutto danno delle imprese e della collettività”.