Napoli: Coisp su sicurezza civica, richiesta ad Autorità
Egregio Presidente Vincenzo De Luca,
a fronte dell’ennesimo episodio di violenza posta in essere presso i pronto soccorso degli ospedali di questa città e provincia, non ultimo presso quello di Castellammare di Stabia, l’illustrissimo Prefetto di Napoli ha disposto un rafforzamento delle attività di vigilanza da parte delle forze dell’ordine presso quei luoghi.
E’ stata necessaria un’ulteriore aggressione, purtroppo, e la convocazione di un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, per sancire quanto già fortemente sostenuto da questa Organizzazione Sindacale Coisp – fra le OO.SS. maggiormente rappresentative – all’atto dell’apertura del primo drappello presso l’ospedale “Pellegrini” di Napoli. Già a quel tempo, infatti, fu fortemente criticata la scelta dell’allora Questore di Napoli, nel predisporre un servizio di drappello composto da un unico poliziotto che, in talune circostanze (risse, moltitudine di parenti di soggetti sparati etc…), non potrebbe provvedere nemmeno alla sua di sicurezza, figuriamoci a quella del personale sanitario. La Polizia di Stato soffre ormai da più di un decennio di una forte carenza d’organico, a Napoli mancano addirittura circa mille agenti, secondo l’organigramma previsto per gli Uffici di Polizia della Questura, ed in un tale scenario, rafforzare i drappelli anche di una sola unità in più a quella prevista, significa minare la sicurezza collettiva già precaria per la forte penuria di personale. Situazione questa che il Comitato per l’Ordine e Sicurezza Pubblica non solo non valuta ma non tiene per niente in considerazione, probabilmente perché in tali Consessi è presente chiunque, tranne chi realmente rappresenta il personale in divisa ed ha il polso reale della situazione, in termini di necessità, carenze di mezzi, uomini e strutture. Purtroppo è la triste ma cruda realtà, finché non ci sarà qualcuno disposto, dal mezzo della massa, a dire realmente le cose come stanno, le cose andranno sempre peggiorando, ed a farne le spese sono i cittadini e le persone in divisa, questi ultimi dovranno fare da filtro/tramite tra gli schieramenti.
Questa O.S. è ben conscia della carenza organica soprattutto delle strutture periferiche, ma tale problematica non può riverberarsi sulla sicurezza del poliziotto e dei sanitari. Risulta evidente, quindi, che la realizzazione di quanto stabilito dal Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, non può che significare un ulteriore prelievo di personale dai Commissariati interessati che già lavorano in forte affanno. Non v’è dubbio che la presenza di personale in servizio presso il drappello di Polizia istituito presso gli ospedali costituisca un deterrente, ma non può essere ritenuta la sola soluzione per sconfiggere tali episodi di violenza. La sicurezza deve ricevere il contributo da parte di tutte le Istituzioni preposte, ognuno per ciò che concerne il proprio campo.
Si è avuto modo di riscontrare che in molte circostanze, il poliziotto del drappello funge da trait d’union tra i sanitari ed i familiari dei pazienti che per ore ed ore stazionano nelle sale di attesa degli ospedali senza avere notizie. Tale stato di incertezza e preoccupazione sfocia sovente in forme di escandescenza certamente non giustificabili. Proprio a tal riguardo, ci consenta di suggerire una potenziale soluzione che sicuramente servirebbe a scongiurare almeno tale aspetto della problematica, istituendo una figura ad hoc da parte delle ASL competenti, che, ad intervalli di tempo, aggiorni sulla situazione dei pazienti portati al pronto soccorso, tranquillizzando, in questo modo, i familiari in attesa.
Proprio ciò che sovente avviene oggi, attraverso l’unico poliziotto presente al drappello che, estendendo oltre misura i suoi compiti istituzionali e di vicinanza al cittadino, si prodiga al fine di acquisire notizie per tranquillizzare chi, fuori ad un pronto soccorso, attende disperato per ore interminabili qualche notizia sui propri cari. Arginando questa situazione, sicuramente si eviterebbero tanti atti vandalici, non condivisibili, spesso dettati dalla disperazione di chi attende senza sapere.
Certo non si può pensare che sia questa la soluzione ad una problematica molto più articolata e complessa, ma in qualche modo la stessa potrebbe fornire un importante contributo costituendo una forma di collaborazione mirata ad una maggiore serenità e civiltà nei rapporti fra personale ospedaliero e gli utenti/pazienti in attesa.
Fiduciosi che il nostro suggerimento possa da Lei essere valutato nella giusta maniera, come già dimostrato in altre circostanze ed in attesa di un urgente riscontro
Il Segretario Generale Regionale dott. Alfredo Onorato
Il Segretario Generale Provinciale Raimondi Giuseppe