L’albero a cui tendevi …

L’albero a cui tendevi …
Giulio Caso
Una tragedia che ci addolora ha segnato la cronaca di quest’estate 2024.
Una barca supertecnologica è affondata con molte vittime.
Noi italiani, circondati dal mare, abbiamo una sensibilità particolare per le tragedie marine. Ci poniamo, però, anche quesiti su come prevenirle.
Ci sono cose per le quali non basta affidarsi alla tecnologia, ai calcoli superprecisi.
 Ci sono problemi che vanno rifiniti con l’accorata ansia della prevenzione.
Diceva un grande tecnologo che la tecnica ci offre possibilità di creare catene lunghissime con anelli d’acciaio… ma, ribadiva, non dimenticate che può esserci sempre un anello di “creta” (qui esagerava, ma s’intuisce che valeva per “più debole”) di cui bisogna tener conto.
Dopo i calcoli, infatti, consigliava un coefficiente di sostanziosa, opportuna, prudente, riduzione.
Questo era solo un consiglio che esula dal fatto specifico che si chiarirà con un’inchiesta ad hoc.
Sarà stato l’albero troppo lungo un fattore di squilibrio?
 È un libero pensiero, una domanda non suffragata da calcoli, per i quali c’è rispetto massimo per i progettisti nella loro precisa “concatenazione logica” .  Ma questa attuale variabilità naturale, degli elementi climatici, può creare quell’anello di creta  citato prima.
Un grande geotecnico che studiava quesiti scientifici si pose tali domande. Niente è perfetto, cioè nessun calcolo si può tradurre in una realizzazione perfetta materiale conseguenziale.
Grande collante è la prudenza e la prevenzione