Verbi Swahili: KUPIGA picchiare (kupiga hodi bussare alla porta)

Verbi Swahili: KUPIGA picchiare (kupiga hodi bussare alla porta)

Padre Oliviero Ferro

“Nani, anapiga hodi ku mlango? Mama Catè uende kuangalia” (dichi bussa alla porta? Mamma Caterina vai a vedere)” diceva alla signora che ci faceva le pulizia alla missione di Baraka (Congo RDC). “Ni mtoto wa mama Yalala. Analeta barua yenye kutoka kwa wakristu wa Kazimia (è il figlio di mamma Yalala. Porta una lettera dei cristiani di Kazimia)” mi risponde.  Vada di corso e chiedo a Matata, il bambino, di darmi la busta. Ma lui, guardandomi con gli occhi furbi, “padiri,unipatie bonbon, kisha nitakupatia barua” (padre, dammi le caramelle e dopo ti darò la lettera) e fa il gesto della mano che batte sull’altro palmo dell’altra mano. “Ngoja kidogo (aspetta un momento)”. Vado a prendere il compenso per il piccolo postino e così recupero la lettera. Lui se ne va contento. Aprendola, ho un presentimento che qualcosa di poco piacevole stia capitando in quella zona. Infatti il mwongozi, responsabile della comunità, mi dice che la gente ha paura a causa dei militari e dei ribelli che, con continui posti di blocco, terrorizzano la gente. Qualcuno è già finito in prigione perché non ha pagato. Mi chiedono cosa devono fare. Preparo la risposta, dicendo che andrò a parlare con le autorità per far finire tutte le esazioni e, appena possibile, qualcuno dei padri verrà da loro. Infatti è previsto il safari, il viaggio, tra quindici giorni. Nel frattempo il superiore va a parlare con l’autorità militare (il colonnello), chiedendogli di far finire tutte queste cose. Lui promette, come sempre, ma i soldati, che hanno una paga da fame, si arrangiano come possono. Allora il padre gli chiede perché non aumentano lo stipendio del soldato semplice. E la risposta è sempre la solita: sono quelli che stanno più in alto che approfittano dei soldi che arrivano nella zona e ai soldati lasciano le briciole. Insomma è una guerra tra poveri, che purtroppo ancora continua.