Scafati: fiume Sarno, Sindaco Aliberti su dichiarazioni vicePresidente Regione, Bonavitacola
“Se Bonavitacola, vicepresidente della Regione ha affermato di non avere competenza in merito all’inquinamento, ha detto una baggianata.
Le opere della rete fognaria, sono state avviate proprio per il disinquinamento del Fiume nel 2015. Lo stesso dragaggio che comporterà la rimozione dei sedimi era inserito nell’ex progetto Grande Sarno.
Da Sindaco della Città di Scafati, ma prima ancora da cittadino e da medico resto interdetto dalle sue dichiarazioni sulle responsabilità e
sulle competenze della Regione e quindi del Presidente De Luca sugli allagamenti e sull’inquinamento del fiume Sarno.
Davanti a dati scientifici inconfutabili sui quali spero interverrà, come promesso, anche il Ministero dell’Ambiente attraverso l’Ispra,
davanti a dati scientifici confermati anche dalla stessa regione attraverso l’ARPAC, ma soprattutto dal Prof. Giordano che abbiamo
coinvolto come Comune di Scafati, questo atteggiamento di superficialità inaudita ci deve far riflettere.
I metalli cancerogeni, gli idrocarburi e le sostanze ritrovate nelle acque del fiume Sarno e in particolare dei suoi affluenti e dei suoi canali, pubblicati su nostra iniziativa, sono una chiara responsabilità in capo alla Regione Campania. Senza le infrastrutture, cosa che fu ribadita nel ’94 anche dal “Governo Dini” che ci identificò come area ad alto rischio ambientale, mai riusciremo a risolvere il problema degli allagamenti e del disinquinamento.
È scritto in quel decreto del Ministro, per cui i ritardi che continuano ad essere sempre più evidenti rispetto alle opere da realizzare, al dragaggio e al completamento della rete fognaria, non fanno altro che aumentare sempre di più il rischio di possibili patologie neoplastiche, dismetaboliche e non solo.
Non possiamo girare la faccia dall’altra parte!
Se la Regione vuole nascondersi dietro dati che non esistono, come il registro dei tumori per esempio, per non assumersi la responsabilità di tanti malati e di tante patologie le cui cause sono da addebitare alla sciatteria con cui ormai da nove anni stanno gestendo la rifunzionalizzazione idrica e il processo di disinquinamento, saremo noi a dimostrare, spero sotto la guida del Prof. Giordano che esiste
una connessione tra Fiume Sarno, morti e patologie che qui hanno una frequenza che non esiste in nessuna parte d’Italia. Saremo noi a
dimostrare che a Scafati così come nella Valle del Sarno e nelle parti attraversate dal Fiume vi è gente che muore o che viene ricoverata per
patologie con una maggiore frequenza e sulla quale c’è la responsabilità di chi oggi gestisce il livello di competenza delle acque e dei fiumi.
Saremo noi a chiedere al Ministero della Sanità le SDO a tutti gli ospedali della Campania per capire quali sono le patologie per le quali si entra o si esce da morti dai nosocomi di questa regione.
L’occultamento dei dati del registro dei tumori non ci fermerà rispetto a chi ancora una volta, anche nell’ultima audizione, quasi
per darci la “caramella” promette di dragare nel mese di novembre 2 km del Rio Sguazzatorio.
Mi dispiace per quei consiglieri regionali che pur di dar valore al proprio ruolo pensano di aver ottenuto il miracolo della moltiplicazione dei pesci e non riescono invece a capire che ciò che dovrebbe essere realizzato domani bisognava già realizzarlo ieri e che
rinviare ancora le opere al 2025 significa soffrire non solo per gli allagamenti ma anche per le patologie e per le morti che ormai è certo
derivano, per tanti casi, dalla presenza dei metalli appartenenti alla classe HP7, agli idrocarburi ed altre sostanze fortemente inquinanti
che passano nel cuore della città di Scafati ma anche di tanti insediamenti abitativi di trentanove comuni e tre province.
Credo che rispetto a tutto questo, come ho avuto già modo di scrivere alle istituzioni, ognuno è chiamato a svolgere il proprio ruolo se
davvero si vuole il bene di questo territorio e della popolazione che vive in queste terre. La classe dirigente si assuma le proprie
responsabilità sui ritardi di opere che erano state avviate più di un decennio fa”.